L’Unione Europea blocca un documentario dell’Unione Europea
Parla di un gruppo di donne afghane accusate di reati contro la morale: le autorità temono che possa generare vendette e altre violenze
L’Unione Europea ha bloccato la diffusione di un documentario che aveva commissionato. Il documentario raccontava le storie di un gruppo di donne afghane imprigionate perché accusate di avere commesso “reati contro la morale”. La decisione è stata presa per paura che il documentario potesse esporre ulteriormente le donne a vendette e violenze. Molte organizzazioni umanitarie sostengono invece che il video andrebbe mostrato comunque, per dare massima visibilità alle ingiustizie subite quotidianamente dalle donne che vivono in Afghanistan.
La maggior parte delle donne imprigionate nel carcere oggetto del documentario sono state condannate solo per essere scappate da matrimoni a cui erano state costrette o da mariti violenti. Molte di loro hanno subito violenze domestiche e una di loro – Gulnaz, 19 anni – è stata condannata a dodici anni per adulterio dopo avere denunciato di essere stata stuprata. La sua bambina di due anni vive con lei in carcere. «È molto importante che le persone capiscano che dieci anni dopo la caduta del regime dei talebani queste storie terribili continuano ad accadere», ha detto alla BBC l’attivista di Human Rights Watch Heather Barr. L’unica speranza per Gulnaz di uscire dal carcere è acconsentire a sposare l’uomo che l’ha stuprata. «Ho bisogno che mia figlia abbia un padre», dice lei a un certo punto nel documentario.