Bangkok rischia l’emergenza sanitaria
L'inondazione della capitale thailandese va avanti da quasi tre settimane e porta con sé infezioni e migliaia di tonnellate di rifiuti
Più di 250 pompe idrauliche sono al lavoro per drenare l’acqua dalle zone allagate di Bangkok, in Thailandia, che si trova parzialmente sommersa da quasi tre settimane. La situazione dovrebbe tornare alla normalità non prima di due settimane ma potrebbe andare avanti per un altro mese, come aveva annunciato il ministro dell’Energia thailandese, Pichai Naripthaphan.
L’acqua si sta dirigendo lentamente verso le zone centrali di Bangkok, dove si trova il distretto finanziario che finora è rimasto all’asciutto. Nonostante il lavoro delle pompe in parecchie zone l’acqua è ancora molto alta e le persone sono costrette a spostarsi su barche e canoe. Grandi pile di immondizia si ammassano o galleggiano nelle strade allagate. Bangkok produce circa 8mila tonnellate di rifiuti al giorno che in questa situazione di emergenza non riescono a essere raccolti e smaltiti, e secondo il Dipartimento per il controllo dell’inquinamento finite le alluvioni potrebbero essercene in giro più di tre milioni di tonnellate.
Un’altra grave preoccupazione è il rischio di contrarre malattie e infezioni a causa dell’acqua stagnante. Il ministero della Sanità ha detto che dal 7 novembre più di 1,3 milioni di persone si sono ammalate nelle zone del Paese colpite dalle alluvioni. In molti quartieri di Bangkok l’acqua potabile è stata contaminata da quella delle alluvioni che si è infiltrata nelle condutture e le persone devono comprare bottiglie d’acqua, che in questo momento non sono sempre facili da reperire. Il governo ha chiesto più volte alle persone di evacuare le loro case – uno dei timori è che possano morire fulminate – ma la maggior parte si è rifiutata.
Martedì il primo ministro Yingluck Shinawatra, che è stato molto criticato per la gestione dell’emergenza, ha varato un piano in tre punti per rimettere in piedi il paese al più presto. Il primo punto prevede un primo pacchetto di aiuti destinato alle persone con case e negozi distrutti per far fronte all’emergenza. Gli altri due sono a lungo termine e prevedono la formazione di due comitati, uno incaricato di controllare la ricostruzione e garantire lo sviluppo e l’altro di gestire le risorse d’acqua. Secondo un rapporto del dipartimento per gestire le calamità 3,1 milioni di persone sono stati colpiti dalle alluvioni e più di 16mila chilometri quadrati di terreno coltivato sono stati distrutti.