L’Iran vuole costruire l’atomica
Lo dice l'Agenzia per il nucleare dell'ONU, nel rapporto più severo ed esplicito mai realizzato sui piani iraniani
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) dell’ONU ha diffuso ieri un rapporto per molti versi allarmante sui progressi raggiunti dall’Iran nella progettazione di armi nucleari. I responsabili dell’AIEA dicono di aver raccolto numerose prove in merito e che alcuni test, ideati negli anni scorsi, sono probabilmente ancora in corso. È il più severo ed esplicito rapporto realizzato fino a ora dall’Agenzia sulle mosse dell’Iran nella ricerca nucleare per scopi bellici e potrebbe portare a nuove sanzioni da parte delle Nazioni Unite e, in futuro, ad azioni militari nei confronti del paese.
Il documento è stato realizzato sulla base delle informazioni di intelligence fornite da più di dieci paesi e da numerose fonti indipendenti. L’AIEA ha anche raccolto le testimonianze di alcuni tecnici che hanno lavorato in Iran, venendo a contatto con i programmi del paese per lo sviluppo di tecnologie nucleari. Un intero capitolo del rapporto è dedicato all’attendibilità delle notizie raccolte, probabilmente per evitare quanto accadde con i numerosi errori di intelligence sulle armi di distruzione di massa prima dell’invasione dell’Iraq nel 2003, spiegano sul New York Times.
Tra il 2008 e il 2009 i tecnici iraniani hanno realizzato simulazioni al computer per verificare modalità, effetti e conseguenze delle esplosioni di ordigni atomici. Le elaborazioni sono anche servite per verificare come le onde d’urto degli esplosivi convenzionali possano innescare i meccanismi di una bomba nucleare, facendo partire la reazione a catena che porta infine all’esplosione dell’ordigno.
L’Iran, dice il rapporto, non si è limitata alle simulazioni al computer: nella base militare di Parchin, a una cinquantina di chilometri a sud-est di Tehran, è stato costruito un edificio di contenimento a partire dal 2000 per testare l’efficacia dei sistemi per l’innesco delle esplosioni. Secondo l’Agenzia si tratta di un chiaro indicatore del possibile sviluppo di ordigni nucleari nel paese.
Il documento dell’Agenzia concorda inoltre con l’intelligence statunitense, che nel 2007 diffuse alcune informazioni che provavano lo smantellamento di un programma iraniano dedicato interamente alla costruzione di una bomba atomica verso la fine del 2003. All’epoca, l’intelligence aveva comunque trovato prove più fresche sulla prosecuzione di alcuni test, realizzati in maniera meno coordinata rispetto al progetto iniziale abbandonato.
I responsabili dell’AIEA ammettono di non avere informazioni sufficienti per prevedere entro quanto tempo l’Iran potrà dotarsi di ordigni nucleari funzionanti. Al momento, dicono, non esiste nel paese un solo laboratorio che abbia raggiunto l’obiettivo, ma ci sono tuttavia almeno una decina di progetti nei quali si sono imbattuti altri paesi che hanno sviluppato in passato armi atomiche come Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Israele, India e Pakistan.
Nel rapporto vengono citati diversi documenti sui tentativi degli ultimi anni dell’Iran di ottenere fonti sicure di uranio, da utilizzare per l’arricchimento e la conseguente produzione di armi. Il paese avrebbe ottenuto inoltre progetti e informazioni specifiche su come trattare gli esplosivi nucleari e ne avrebbe sviluppati almeno 14 per la realizzazione di un missile ad ampio raggio, necessario per il lancio degli ordigni.
Le conclusioni cui è giunta l’AIEA, definite preoccupanti dalla Casa Bianca, sono state duramente respinte dalle autorità iraniane. Il rapporto è stato definito non obiettivo, poco professionale e mosso da ragioni politiche. «Se l’Agenzia si occupa seriamente della verità, perché non ha rilasciato alcun rapporto sulle bombe atomiche conservate in un migliaio di basi militari statunitensi?» ha dichiarato il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Yukia Amano, il responsabile dell’AIEA, dice di aver provato a coinvolgere le autorità Iraniane nell’analisi dei risultati del rapporto, senza ricevere alcun tipo di collaborazione: «L’Iran continua a nascondere le proprie attività legate al nucleare».
Nel corso degli ultimi anni l’Agenzia dell’ONU ha costruito la propria credibilità grazie alle numerose cautele con cui ha affrontato temi così delicati. Prima dell’invasione dell’Iraq del 2003, l’AIEA contestò l’ipotesi dell’amministrazione Bush sulla presenza di un programma nucleare iracheno, dicendo che vi erano pochissimi elementi che potessero sostenere una tesi simile. Nel caso dell’Iran, invece, l’Agenzia sembra essere particolarmente convinta e in possesso di prove a sostegno delle ipotesi sul programma nucleare iraniano per scopi militari.
I documenti forniti dall’AIEA confermano quanto sapeva da tempo l’intelligence statunitense e dimostrano anche quanto si siano rivelate inefficaci le sanzioni imposte dall’ONU all’Iran. Anni di sanzioni non hanno impedito al paese di perseverare nel programma nucleare e i sabotaggi dell’esterno, come l’operazione Stuxnet, hanno rallentato ma non fermato i piani iraniani. Israele preme da tempo per una soluzione più incisiva che contempli anche l’uso della forza, ma gli Stati Uniti ritengono che un’azione militare – magari con qualche bombardamento – potrebbe indurre l’Iran a intensificare il proprio programma e gli sforzi per tenerlo nascosto alla comunità internazionale.