Comprare il debito italiano serve a qualcosa?
L'appello patriottico a comprare i BOT è inutile e perfino dannoso, spiega Franco Debenedetti sul Foglio
Venerdì scorso il libero professionista toscano Giuliano Melani aveva comprato una pagina del Corriere della Sera per proporre acquisti di massa dei titoli italiani allo scopo di ridurre lo spread: comprarci il debito italiano come patriottica assunzione di responsabilità. La proposta ha avuto qualche risonanza: Aldo Cazzullo ne ha scritto in prima pagina sempre sul Corriere, alcuni politici hanno seguito l’esempio di Melani, molte banche si sono dette disponibili ad azzerare le commissioni per incentivare l’acquisto dei BOT (tra queste Intesa Sanpaolo, per bocca di Corrado Passera). Oggi sul Foglio Franco Debenedetti spiega che si tratta di un’iniziativa, per quanto benintenzionata, inutile e perfino dannosa.
Fosse solo per il signor Melani, che compera una pagina del Corriere per invitare “le molte persone che dispongono” di qualche ricchezza a comperare Bot e così salvare il Paese, la si può considerare una innocua bizzarria o un tollerabile esibizionismo: al massimo annotare che che l’idea di dare l’oro alla Patria non sembra il massimo per rassicurare la City, e voltare pagina. Ma l’idea è stata ripresa dalle grandi banche, che anzi sarebbero disposte in tal caso a rinunciare alle commissioni. E’ allora il caso di chiedersi: riacquistarsi il debito migliorerebbe o peggiorerebbe la situazione del Paese?
Intanto dobbiamo dare una delusione ai volonterosi: comprare BOT non è un gesto patriottico. Infatti chi compra BOT sul mercato al tasso del giorno, è tanto patriottico quanto gli “odiati speculatori” che lo fanno se il tasso è interessante. Ma anche se quelli che rispondono all’appello fossero tanto numerosi da comperare anche solo i 15 miliardi dell’asta di Gennaio a un tasso inferiore al prevedibile tasso di mercato, non cambierebbe nulla: a meno che il risparmiatore italiano non divenga, asta dopo asta, prestatore di ultima istanza, e si comperi lui tutto il debito pubblico italiano.
Supponiamo più realisticamente che l’appello abbia un discreto seguito, e numerosi siano coloro che acquisteranno BOT per alcune diecine di migliaia di euro ciascuno. Persone avvedute, che non avranno gli euro nel materasso ma depositati in banca, oppure investiti in titoli (quelli che già hanno i loro risparmi in BOT, li lasciamo stare): per comperarne di nuovi dovranno vendere gli uni e ritirare gli altri. Per le case, ci vuole più tempo.
Se ritirano soldi dalle banche, queste avranno meno depositi con cui finanziare prestiti a individui o aziende. Se vendono azioni di imprese italiane, ne deprimono i corsi, aumentano il loro costo del capitale, e rendono meno convenienti i loro investimenti. (A rigore resterebbero quelli che hanno investito in imprese estere, ma non sono tanti, ed è improbabile che aderiscano: non senza ragione, c’è anche un patriottismo dell’euro).