12 domande al prossimo governo
Che Berlusconi debba andarsene sono tutti d'accordo, nell'opposizione, ma sul resto? Luca Ricolfi sulla Stampa mette un po' di temi sul tavolo
L’articolo di Luca Ricolfi sulla Stampa di oggi invita l’opposizione a portarsi avanti col lavoro, diciamo.
Berlusconi potrebbe lasciare, travolto dal precipitare degli eventi. Questa eventualità appare sempre più verosimile, ma nessuno può – al momento – prevedere quali sarebbero le reazioni dei mercati. Può darsi prevalga il sollievo per la rimozione di un ostacolo alle riforme, come può darsi prevalga il timore per la paralisi decisionale che – inevitabilmente – accompagnerà i rituali di una crisi di governo.
Credo che tutte le persone di buon senso, e innanzitutto i risparmiatori, si augurino che non si installi un sentimento di incertezza e di paura, e prevalga invece il sollievo per l’uscita di scena di un uomo che, comunque si giudichino i suoi meriti e demeriti passati, oggi è manifestamente incapace di tenere ferma la barra del timone della nave Italia. Ma da che cosa dipenderà la reazione dei mercati?
Fondamentalmente, da una cosa soltanto: dall’esistenza di un’alternativa credibile al governo Berlusconi. Per alternativa credibile non intendo, necessariamente, un governo capace di recepire e applicare le ricette dell’Europa, ma – prima ancora – un governo dotato di idee chiare e della fermezza necessaria per attuarle. Esattamente quel che, per ora, non si intravede minimamente.
In attesa che questa condizione prenda forma, c’è almeno un esercizio che si può tentare subito: elencare le cose controverse, su cui sarebbe bene che l’esecutivo che verrà avesse idee chiare e distinte. L’elenco che vi propongo non è in alcun modo esaustivo, ma è fatto di punti critici, o rivelatori: saper prendere posizioni chiare su questi punti significa avere un’idea del futuro dell’Italia, tentennare o girare intorno alle questioni significa non essere pronti ad assumere la guida del Paese.
Uno. Il nuovo esecutivo considera intangibili le pensioni di anzianità, o intende intervenire in modo significativo su di esse? E se sì per quanti miliardi di euro nel prossimo anno?
Due. Il nuovo esecutivo intende attuare un piano di dismissioni del patrimonio pubblico più ampio o più leggero di quello (5 miliardi l’anno) previsto dal governo attuale? Se è favorevole alle dismissioni, intende mettere sul mercato solo immobili o anche aziende a controllo pubblico, come Eni, Enel e Finmeccanica?
Tre. Il nuovo esecutivo è contrario o favorevole al disegno di legge Ichino sul mercato del lavoro?
Quattro. Il nuovo esecutivo è favorevole o contrario all’abolizione del valore legale del titolo di studio?