Uno sciopero generale in America
Enrico Deaglio racconta cos'è stata la giornata di Oakland, ieri
Mercoledì milioni di americani seduti davanti alla televisione sono stati colpiti da una notizia inusuale. In collegamento in diretta da Oakland, la città portuale nella baia di San Francisco, i reporter davano conto – in diretta, eccitati e incredubili – di un corteo che si ingrossava sotto i loro occhi. Settemila persone, famiglie con carrozzelle, ciclisti, insegnanti, casalinghe, militanti sindacali – tutti convocati da Occupy Oakland – marciavano verso il grande porto della città, e ne bloccavano gli ingressi, fermando i porta container, formando picchetti, fino all´annuncio ufficiale che tutte le operazioni erano “shut down”, bloccate, fino al giorno seguente. Era la vittoria dello “sciopero generale”. Anche se poi, a margine della mobilitazione, ci sono stati violenti scontri tra la polizia e manifestanti con 40 arresti e diversi feriti.
“Sciopero generale” non appartiene più in America né al linguaggio sindacale, né tantomeno quello politico, perché evoca confusamente qualcosa di sinistro: la lotta di classe, il comunismo, la contestazione sistema di vita americano. E quindi, vedere normali persone sfilare con cartelli tipo “il capitalismo è disumano”, o “ridistribuite l´abbondanza” e l´onnipresente “siamo il 99 per cento”, costituisce se non altro, una ironia della storia, e un elemento nuovo del paesaggio.
Ecco la storia di una giornata particolare e di quello che l´ha preceduta.
Oakland, 400 mila abitanti, si specchia in San Francisco dall´altra parte della baia. Siamo nell´ultimo lembo dell´occidente, davanti c´è solo l´Oceano pacifico e nell´immenso porto entrano ed escono le maestose portacontainer cinesi, che hanno cambiato il paesaggio economico della California. La baia che ha costruito con il ferro il Golden Gate e la flotta navale della seconda guerra mondiale, oggi si affida all´acciaio di Pechino per rifare il suo ponte danneggiato dal terremoto di vent´anni fa. Cinese americana è anche il sindaco di Oakland, la signora Jean Kuan, sessantottina in gioventù, oggi prima donna asiatica a governare una grande città americana. Nel passato della città, la presenza di Jack London e un grande sindacato dei portuali; poi l´avventura politica delle Pantere Nere, un notevole grado di violenza, l´avanguardia musicale del rap.