La lettera dei frondisti del PdL
Il testo integrale e le firme dei 6 parlamentari PdL, compreso Stracquadanio, che chiedono a Berlusconi di farsi "promotore" di un nuovo governo
Da almeno dieci giorni si parla di un documento firmato da alcuni parlamentari del Popolo della Libertà che chiede al presidente del consiglio l’apertura di una nuova fase di governo. Il testo è stato pubblicato dal sito Nota Politica, ed è firmato dai parlamentari Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giorgio Stracquadanio, Isabella Bertolini e Giancarlo Pittelli. La lettera si presenta come un “ultimo, accorato e amichevole appello” perché gli impegni assunti dal governo nei confronti dell’Europa siano “immediatamente realizzati”. La lettera esprime grandi apprezzamenti e gratitudine per Berlusconi fin dall’inizio del suo impegno in politica, ma aggiunge che “la base di consenso parlamentare dell’attuale esecutivo è del tutto inadeguata” e chiede che Berlusconi si faccia “promotore” di un nuovo governo per fronteggiare la crisi.
Signor presidente del Consiglio,
alla vigilia di decisioni cruciali per l’Europa e per l’Italia, rivolgiamo a Lei un ultimo, accorato e amichevole appello perché gli impegni che Lei ha assunto nel Suo ruolo di titolare della responsabilità di governo a nome dell’Italia siano immediatamente realizzati. Come ha richiamato il capo dello Stato nella sua nota di martedì, anche noi siamo convinti del fatto che l’Italia può contare su un ampio arco di forze sociali e politiche consapevoli della necessità di una nuova prospettiva di larga condivisione delle scelte che l’Europa, l’opinione internazionale e gli operatori economici e finanziari si attendono con urgenza. Siamo convinti, come Lei, che la legittimazione della guida del governo – ma non dell’esecutivo nel suo insieme – nasca dalle urne, attraverso la libera espressione del voto popolare, secondo le regole stabilite anche dalla legge elettorale. Tutti noi siamo stati con Lei sin dalla Sua discesa in campo, una scelta difficile che ha consentito quasi vent’anni fa di evitare che l’Italia potesse andare incontro a un destino illiberale. Della Sua opera l’Italia intera non può che esserLe grata. Tutti noi abbiamo sempre sostenuto con entusiasmo e convinzione la Sua azione politica, nella certezza che il Suo progetto di modernizzazione del Paese fosse, prima ancora che condivisibile, necessario per portare l’Italia fuori dal baratro del crescente debito pubblico a cui il sistema dei partiti della cosiddetta Prima Repubblica ha condotto l’Italia e che oggi rappresenta il primo dei problemi.
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