HP ci ripensa e non lascia i computer
Il nuovo CEO di Hewlett Packard ha deciso di non abbandonare la produzione dei PC, ma la società non sa bene dove andare
Lo scorso agosto l’allora amministratore delegato di Hewlett Packard (HP), Leo Apotheker, sorprese investitori e analisti annunciando che la società avrebbe smesso di costruire computer per concentrarsi sulla creazione di soluzioni informatiche per le aziende. Da allora le cose all’interno di HP sono cambiate e il nuovo amministratore delegato, Meg Whitman, ha da poco confermato di voler continuare a produrre e vendere personal computer.
La società manterrà quindi la divisione che si occupa dei PC e che ha un valore stimato di almeno 40,7 miliardi di dollari. Dopo la decisione di Apotheker, che la stessa Whitman ha contribuito a cacciare dal consiglio di amministrazione, HP aveva commissionato un’analisi di quanto sarebbe costato abbandonare i personal computer. Una simile mossa, hanno concluso i consulenti, sarebbe stata troppo costosa e avrebbe danneggiato sia la società sia i suoi investitori.
Per HP si tratta di una nuova inversione di marcia che dimostra quanto la società stia faticando a mantenere una propria identità, in un momento storico per il mercato dell’informatica, la cosiddetta era post-PC innescata dal successo dei tablet. Si tratta anche di un momento molto importante per Whitman, che deve dimostrare al consiglio di amministrazione di avere le idee chiare per il futuro della società che guida da poche settimane.
Quando fu nominata CEO nel mese di settembre, Whitman disse di essere d’accordo con le decisioni assunte dal suo predecessore ad agosto, compresa la scelta di acquisire per 10,25 miliardi di dollari la società informatica Autonomy, specializzata nella produzione di servizi informatici per le aziende. Disse anche di voler condurre indagini ulteriori sull’opportunità di seguire la strada segnata da Apotheker. Le analisi hanno dimostrato che separare la divisione che si occupa dei PC avrebbe comportato spese extra per almeno un miliardo e mezzo di dollari.
I responsabili della società dicono di aver effettuato uno studio molto più ampio e dettagliato rispetto a quello prodotto due mesi fa con il vecchio amministratore delegato. Sono stati analizzate 18 variabili fondamentali e sono stati consultati almeno cento esperti. «I consigli di amministrazione prendono decisioni con le informazioni che ricevono» ha spiegato Whitman, giustificando in parte la scelta di agosto e motivando la nuova e opposta decisione di questi giorni.
Non è ancora del tutto chiaro quali siano i piani del nuovo amministratore delegato per HP. Tra le ipotesi che circolano con più insistenza c’è la possibilità di un passo indietro anche sulla decisione di abbandonare il mercato dei tablet. A inizio estate la società aveva messo in commercio il Touch Pad, una tavoletta simile all’iPad che aveva ricevuto un’accoglienza molto fredda. L’impressione è che HP voglia ripartire da quel fallimento per fare le cose meglio, anche in visione dell’arrivo di Windows 8, che avrà molte funzioni legate ai touchscreen dei tablet.
Nel trimestre finito a luglio, HP ha prodotto ricavi per 9,59 miliardi di dollari dal settore dei personal computer. Un’altra grande fonte di ricavo è stata la divisione dei servizi per le imprese con i suoi 9,09 miliardi di dollari. Le stampanti e i server hanno fruttato rispettivamente 6,09 e 5,40 miliardi di dollari.