Lo strano spot di Herman Cain
Troppo strano per essere vero, pero lo è: e infatti ci si chiede se non sia un messaggio subliminale a favore del fumo
Da ieri circola molto online, soprattutto negli Stati Uniti, uno spot di Herman Cain, il candidato repubblicano oggi in testa alla maggior parte dei sondaggi nazionali sulle primarie (ma la cui ascesa è considerata da tutti piuttosto improbabile e temporanea). Lo spot mostra Mark Block, il capo dello staff di Herman Cain, tessere gli elogi del suo candidato con banali frasi a effetto, su uno sfondo piuttosto povero. Poi Block tira una boccata di fumo da una sigaretta, poi arriva Cain e impiega cinque secondi per fare un sorriso. Nel frattempo la colonna sonora, già piuttosto inadeguata, è diventata ridicola.
Al di là della sua pessima fattura, gli ultimi 15 secondi dello spot sono talmente anomali che in molti ieri si sono chiesti se lo spot fosse davvero stato realizzato dallo staff di Herman Cain, che ha confermato. Il video è stato pubblicato qualche giorno fa ma era passato inosservato perché lo staff di Herman Cain ha deciso di non renderlo individuabile tramite il motore di ricerca di Youtube.
Le attenzioni dei media si concentrano soprattutto sulla boccata di fumo di Mark Block. Perché lo staff di Cain ha deciso di inserire quella scena nello spot? I politici americani si tengono sempre molto alla larga da qualsiasi comportamento possa essere considerato sbagliato o diseducativo dagli elettori. E in ogni caso, parlando, Block non fumava. La scena della sigaretta è stata inserita volutamente. Block ha spiegato che voleva che il video fosse autentico e sincero. «Io fumo. È una scelta. Il video mostra il vero Block». Circolano però diverse altre spiegazioni, alcune più immediate, altre più contorte. L’Atlantic Wire le ha raccolte.
Secondo molti si tratta di un messaggio a favore del fumo. O quanto meno contro le leggi che combattono la dipendenza da nicotina. Sia Cain e Block hanno legami con l’industria del tabacco. Block in passato ha diretto in Wisconsin un comitato usato dalle industrie del tabacco per fare lobbying sui politici. Cain, da amministratore delegato di una catena di pizzerie e da sindacalista dei ristoratori, si è sempre opposto ai divieti di fumo nei locali pubblici. Allo stesso tempo, quel video manda un messaggio agli elettori: a Cain non importa se fumate. Cain non sarà un presidente-mamma. Lo Stato, con Cain presidente, non si infilerà in questo genere di affari privati. Un argomento che coi tea party funziona molto. Circolano anche spiegazioni meno contorte. Alcuni sostengono che gli ultimi 15 secondi servissero proprio a far diventare il video virale, a farlo circolare e a farne parlare. E a mostrare una volta di più che Cain non è un candidato come gli altri. Argomento già molto usato dai suoi detrattori, che semplicemente non lo ritengono all’altezza delle sue aspirazioni.