Gli attentati a Nairobi
C'è stata una seconda esplosione nella capitale del Kenya, dopo l'operazione militare contro al-Shabaab
Una nuova esplosione si è verificata la sera del 24 ottobre a Nairobi, in Kenya, a una fermata dell’autobus: è morta una persona e altre otto sono rimaste ferite e si trovano in ospedale. La notte scorsa, sempre a Nairobi, era stata lanciata una granata in una discoteca del centro: quattordici i feriti. In una conferenza stampa, il commissario di polizia Mathew Iteere ha dichiarato che le autorità kenyote non possono fare i nomi dei sospetti responsabili delle esplosioni: «È troppo presto ora per dare una risposta», ha detto.
Gli attentati non sono stati rivendicati, ma arrivano dopo l’invasione di truppe kenyote in Somalia e la conseguente minaccia di rappresaglie da parte dei miliziani insurrezionalisti di al-Shabaab legati ad al Qaida. A metà ottobre, le truppe del Kenya hanno occupato Afmadow, una città somala a 120 chilometri dal confine e roccaforte delle milizie islamiche di “al-Shabaab”. La decisione di attaccare il gruppo insurrezionalista islamico dentro la Somalia è arrivata dopo il rapimento, negli ultimi due mesi, di quattro donne straniere al confine tra i due Paesi: la francese Marie Dedieu, sequestrata il primo ottobre, è morta il 19 ottobre per mancanza di farmaci.
La reazione del gruppo islamico all’invasione kenyota era stata immediata: «Se non vi ritirate subito organizzeremo attentati nelle vostre città», aveva minacciato Ali Mohamud Rage, portavoce di “al-Shabaab”. «I kenyoti non conoscono la guerra, noi sì. La porteremo nelle loro città. Faremo saltare i loro grattacieli», aveva aggiunto.
Oggi, il presidente somalo Sharif Sheikh Ahmed ha denunciato a Mogadiscio l’intervento militare nel suo Paese facendo capire che non vi era alcun accordo preliminare con il Kenya: «Il governo somalo e il suo popolo non permetteranno mai che truppe straniere entrino sul loro territorio senza un accordo preliminare».