Le elezioni in Tunisia sono un successo, finora
Ci sono lunghe code ai seggi, e gli osservatori internazionali dicono che "non c'è quasi nessuna possibilità" di brogli
In Tunisia sono in corso le prime elezioni libere dopo oltre vent’anni di dominio autoritario. Dopo nove mesi dall’inizio della rivolta che ha portato alla caduta del regime di Zine El Abidine Ben Ali, la prima tra i paesi coinvolti nella cosiddetta “Primavera araba”, i tunisini sono chiamati eleggere i 217 membri di un’assemblea costituente che dovrà scrivere una nuova costituzione, nonché eleggere un presidente e un governo di transizione che rimangano in carica lungo il periodo della stesura.
I seggi sono aperti dalle 7 di questa mattina e si chiuderanno alle 19, ma le autorità hanno già fatto sapere che manterranno i seggi aperti anche oltre, durante la sera, per permettere a tutti di votare. I risultati ufficiali saranno dichiarati martedì. Ci sono circa 4,4 milioni di votanti registrati, e un numero altissimo di candidati: ben 11.000, tra indipendenti e rappresentanti di 80 diversi partiti.
Il panorama dei partiti è molto vario e complesso, ma i sondaggi danno per favorito Al-Nahda o “Movimento della Rinascita”, chiamato anche Ennahda, a lungo il secondo partito tunisino durante gli anni di Ben Ali. Nato come partito fondamentalista islamico, nel corso del tempo ha cercato di mostrarsi più moderato. La divisione politica principale tra gli schieramenti è infatti il ruolo da dare ai valori e ai precetti della religione islamica. Nei sondaggi si contendono il secondo posto il Partito Democratico Progressista (PDP), che ha impostato la propria campagna proprio sulla laicità e sulla contrapposizione a Ennahda, e il partito di centrosinistra Ettakatol.
Migliaia di osservatori nazionali e internazionali seguiranno il voto, tra cui anche circa 150 dell’Unione Europea. Le operazioni si stanno svolgendo regolarmente e i portavoce della missione europea hanno detto che “non c’è quasi nessuna possibilità” di imbrogliare o falsificare i risultati. Il processo di voto è stato organizzato da un’istituzione pubblica indipendente fondata da pochi mesi, l’Instance Supérieure Indépendante pour les Elections (ISIE), che sul suo sito informa attraverso una mappa, aggiornata in tempo reale, sulle irregolarità nei seggi riportate dai suoi osservatori.
Al momento non si ha notizia di episodi di grave violenza o di irregolarità evidenti: gran parte delle segnalazioni riguardano i modi irregolari con cui si sono fatti pubblicità i candidati, come l’affissione di manifesti al di fuori dagli spazi stabiliti. Il capo dell’ISIE, Kamel Jendubi, ha aperto la conferenza stampa di questa mattina alle 11 dicendo che il problema principale sono stati i candidati e i partiti che hanno continuato a farsi pubblicità anche davanti ai seggi, “una grave mancanza di rispetto del silenzio elettorale”.
Nonostante le alte temperature nella capitale Tunisi, gli inviati di Al Jazeera hanno detto che ci sono lunghe code fuori dai seggi, e che gli abitanti attendono anche alcune ore per votare. Il governo ha impiegato 40.000 poliziotti e soldati per garantire il regolare svolgimento delle operazioni e evitare che ci siano casi di violenza. I commercianti hanno detto che nei giorni scorsi molte persone hanno fatto scorta di generi alimentari, nel timore di disordini dopo il voto.
foto: AP Photo/Amine Landoulsi