Chi è il presidente della Mongolia
Tsakhiagiin Elbegdorj pochi giorni fa è stato in visita in Italia (a incontrare, tra gli altri, il Papa e il presidente dell'Inter)
di Matteo Miele, Royal University of Bhutan
Nei giorni scorsi il presidente della Mongolia, Tsakhiagiin Elbegdorj, è stato in visita ufficiale in Italia. Durante il suo soggiorno ha incontrato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il ministro degli Esteri Franco Frattini e pure il papa, Benedetto XVI. E Massimo Moratti, cioè il presidente dell’Inter, squadra di calcio di cui Elbegdorj è molto tifoso (al punto da svegliarsi a notte fonda per vedere le partite, dice). Prima di tornare in Mongolia Elbegdorj ha incontrato anche Emma Bonino, che a nome dell’associazione Nessuno tocchi Caino gli ha consegnato il premio “Abolizionista dell’anno” in onore della sua battaglia – riuscita – contro la pena di morte.
Quando facevo il redattore dell’UB Post, il principale giornale di lingua inglese di Ulan Bator, seguii con grande interesse le elezioni presidenziali in Mongolia del 2009. I due maggiori partiti che si scontravano erano il Partito Democratico ed il Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo. Il primo è un partito che si potrebbe definire liberaldemocratico. Il secondo è invece lo stesso che ha retto la Mongolia dagli anni Venti. Nel 1990, poi, con la Rivoluzione democratica finisce il regime, ma il PRPM non sentì il bisogno di cambiare il nome. Semplicemente dissero di aver cambiato idea. E fu effettivamente così. Nemmeno i mongoli si sono particolarmente offesi e lo hanno lasciato al potere per molto tempo, anche dopo il 1990. Tranne una parentesi negli anni Novanta e poi nel decennio successivo, quasi tutti i primi ministri del paese sono del PRPM.
Uno dei pochi democratici che era riuscito a strappare quella poltrona, nel 1998 e poi di nuovo tra il 2004 e il 2006 era appunto Tsakhiagiin Elbegdorj, uno dei leader della Rivoluzione del 1990. I capi di Stato invece arrivavano tutti quanti dal Partito Rivoluzionario del Popolo Mongolo (anche se uno di loro aveva fatto il presidente sia con il PRPM sia con un altro partito). Era un partito educato. Prima di instaurare il regime comunista in Mongolia, nel 1924, avevano gentilmente atteso la morte del Bogd Khaan, il capo religioso e politico della Mongolia dopo l’indipendenza dalla Cina (simile al Dalai Lama in Tibet). Poi legarono i destini del paese a quelli di Mosca.
Tornando al XXI secolo. Nel 2009 i Democratici avevano eletto il proprio candidato, mentre gli ex-comunisti si erano schierati compatti con il presidente uscente Nambaryn Enkhbayar. Nonostante la grande maggioranza delle televisioni fosse dalla parte degli ex-comunisti, la vittoria infine andò ad Elbegdorj, che era sostenuto anche da due partiti minori e che divenne così il primo presidente del PD in Mongolia, con circa il 54% dei voti.
Nato nel 1963 nella Mongolia occidentale, Elbegdorj ha studiato in Unione Sovietica, a Leopoli, (durante il periodo di Mikhail Gorbachev) e ad Harvard. Quattro volte membro del parlamento, nella sua vita non ha fatto solo il politico, ma è stato anche un giornalista. In Ucraina, alla fine degli anni Ottanta, aveva infatti studiato giornalismo (negli Stati Uniti invece si era dedicato alla pubblica amministrazione) e in Mongolia ha fondato e diretto il primo giornale indipendente del paese. Come politico, si è impegnato nella stesura di una legge sulla libertà di stampa. Alla base della sua linea politica vi sono i diritti umani e la lotta alla corruzione. L’evento forse più importante del suo mandato presidenziale è la moratoria sulla pena capitale in Mongolia nel 2010, cosa che Elbegdorj voleva fortemente.
Dal punto di vista istituzionale la Mongolia è simile alla Francia, con un sistema semi-presidenziale. Il primo ministro rimaneva Sanjaagiin Bayar (PRPM), che per motivi di salute dovette lasciare nell’ottobre 2009. Attualmente il primo ministro è Sükhbaataryn Batbold, anche lui del PRPM.