L’occupazione del Senato in Cile
Continuano le proteste degli studenti, che ieri hanno occupato per otto ore la Camera alta: vogliono un referendum sull'istruzione
Giovedì decine di giovani cileni hanno occupato per circa otto ore l’aula del Senato a Santiago, chiedendo un referendum sull’istruzione. I manifestanti sono usciti soltanto a tarda sera, dopo avere parlato a lungo con alcuni senatori dell’opposizione.
L’occupazione del Senato è cominciata poche ore dopo l’intervento con cui la polizia aveva rimosso i manifestanti che avevano occupato la sede del Congresso a Valparaiso. Gli studenti delle scuole superiori e dell’università stanno manifestando in tutto il paese da mesi contro le ineguaglianze del sistema scolastico, chiedendo istruzione pubblica e gratuita per tutti.
Gli studenti hanno fatto irruzione nell’aula del Senato mentre una sottocommissione stava discutendo il budget previsto per l’istruzione. Hanno occupato il tavolo principale e srotolato uno striscione in cui si leggeva: “Plebiscito ora”. Gli studenti chiedono da mesi che il governo promuova un referendum ufficiale, il “plebiscito”. Il ministro dell’Istruzione Felipe Bulnes e gli altri suoi colleghi hanno subito lasciato l’aula. A quel punto gli studenti hanno iniziato a trasmettere in diretta web la loro assemblea invitando tutti gli altri manifestanti a unirsi a loro.
La polizia ha circondato l’edificio e bloccato l’accesso della folla di circa 600 persone che nel frattempo si erano radunate fuori. Il presidente del Senato Guido Girardi, membro dell’opposizione, ha promesso ai manifestanti che non sarebbero stati rimossi con la forza. Dopo alcune ore di trattative gli studenti hanno accettato di uscire dall’aula. I senatori dell’opposizione hanno promesso che sarà discussa la possibilità di istituire un referendum sull’istruzione.
La costituzione cilena consente di ricorrere al referendum solo in casi particolarmente gravi, per esempio quando ci siano inconciliabili divergenze tra il Congresso e il presidente. Lo scorso 8 ottobre i manifestanti avevano organizzato un referendum non ufficiale a cui secondo gli organizzatori hanno votato oltre un milione di persone.