Cosa è successo ieri in Libia
Il riassunto di una giornata storica e le foto dei festeggiamenti
L’ex dittatore libico Muammar Gheddafi è stato catturato e ucciso giovedì 20 ottobre, dai ribelli del Consiglio Nazionale di Transizione: dopo otto mesi di guerra civile è caduta Sirte, città natale dell’ex dittatore e ultima sede della resistenza dei soldati fedeli al regime. «Sirte è stata liberata», ha annunciato alle 11.43 il colonnello Yunus Al Abdali, a capo delle forze del CNT. In tutta la Libia sono iniziati i festeggiamenti per la fine della dittatura e della guerra civile.
L’attacco finale era cominciato la mattina di giovedì alle 8 ed era durato circa un’ora e mezza. Alle 11.52 la BBC ha riportato la notizia che il dittatore stava fuggendo dalla città appena espugnata verso sud, su un convoglio di sette macchine, con i suoi uomini e alcuni familiari. Alle 13 Al Jazeera ha riferito che le auto erano state intercettate dagli aerei della Nato (aerei francesi e un drone americano, si è detto dopo) che avevano colpito alcune macchine. Per evitare i colpi, una Toyota e un’altra auto si sarebbero staccate dal convoglio. Un quarto d’ora dopo il CNT, attraverso l’ufficiale Abdel Majid, ha dichiarato che Gheddafi era stato catturato e ferito a entrambe le gambe.
Gheddafi si trovava dunque in uno dei veicoli in fuga da Sirte. Le versioni sul momento della cattura sono state molto contrastanti: secondo alcuni Gheddafi sarebbe uscito dall’auto e si sarebbe rifugiato all’interno di una fognatura accanto alla quale i ribelli hanno più tardi scritto con lo spray «Qui stava Gheddafi. Allah è più grande». Secondo altri, invece, l’ex dittatore sarebbe stato catturato direttamente all’interno di uno dei veicoli dai militari del Consiglio nazionale di transizione che hanno intercettato i fuggitivi ancora nelle auto.
Quando l’ex dittatore è stato catturato era vivo. L’ha confermato un filmato messo in rete alle 18 in cui si mostra Gheddafi con il volto insanguinato mentre viene trascinato dai ribelli sul cofano di un camion. Alle 16.25 il presidente del CNT Mustafa Abdel Jalil ha confermato ufficialmente la morte di Gheddafi.
Le foto del cadavere con un foro di pallottola sulla tempia hanno subito fatto pensare ad un’esecuzione, anche se l’ipotesi è stata smentita in serata dal capo dell’esecutivo del Consiglio nazionale di transizione Mahmoud Jibril, che ha spiegato in una conferenza stampa che Gheddafi sarebbe morto per un proiettile alla testa durante il fuoco incrociato che si è aperto tra i militari del Cnt e i fedeli al regime subito dopo la cattura. Un’altra versione sostiene invece che a sparargli sarebbe stato un giovane di 18 anni.
«Gheddafi è stato preso da una fognatura, non ha mostrato alcuna resistenza. Quando abbiamo cominciato a muoverci lui è stato colpito da un proiettile al braccio destro e quando lo hanno messo in un camion non aveva altre ferite. Quando il camion era in movimento si è trovato in mezzo al fuoco incrociato dei rivoluzionari e delle forze di Gheddafi, che è stato colpito da un proiettile alla testa. Il medico legale non ha potuto dire se il proiettile provenisse dalle armi dei rivoluzionari o da quelle delle forze di Gheddafi. Quando è stato catturato a Sirte era vivo, ma è morto pochi minuti prima di arrivare all’ospedale».
Gheddafi è stato trasportato a Misurata e il suo corpo è stato mostrato alle televisioni prima di essere chiuso in una moschea. Verrà sepolto in una località segreta. Secondo uno dei militari libici presenti alla cattura, intervistato da Al Jazeera, le ultime parole dell’ex dittatore sono state «Non è giusto fare questo». Con Gheddafi sono stati uccisi anche l’ex ministro della difesa Abubakr Yunes Jaber e il figlio Mutassim il cui corpo è stato trasferito ed esposto a Misurata. Del figlio Saif non si hanno invece notizie, come è stato riferito dallo stesso CNT in serata. I leader della Nato si riuniranno oggi per decidere come completare la missione militare.