Come Steve Jobs affrontò il cancro
Rifiutò a lungo le operazioni chirurgiche, preferendo ostinatamente rimedi alternativi come l'agopuntura e una dieta vegetariana, secondo quanto dice un nuovo estratto della biografia autorizzata
Lunedì 24 ottobre uscirà negli Stati Uniti (e in Italia, pubblicata da Mondadori) la biografia autorizzata di Steve Jobs, scritta dal giornalista premio Pulitzer Walter Isaacson. Negli ultimi giorni sono usciti estratti del libro su diversi siti e quotidiani, dal sito Gawker (che ha parlato del perché del suo abbigliamento sempre uguale) a Repubblica (che ha riportato la storia di un incontro tra Jobs e gli U2). Steve Lohr del New York Times, invece, ha letto in anteprima le pagine che raccontano il modo in cui Steve Jobs reagì quando gli venne diagnosticato un tumore al pancreas e come a lungo si rifiutò di farsi curare con un intervento chirurgico.
La prima diagnosi del cancro avvenne all’ottobre del 2003, ma Jobs non si fece operare fino al luglio del 2004. Nel frattempo, parlò pochissimo della propria malattia e non la comunicò ai suoi dipendenti della Apple, ai dirigenti o agli azionisti. Decise di non intraprendere l’intervento che gli veniva consigliato, ma di affidarsi invece a una serie di trattamenti alternativi, alcuni dei quali trovati su Internet, che comprendevano una dieta vegetariana e succhi di frutta, agopuntura e rimedi alle erbe. Il suo atteggiamento, racconta il libro, portò all’esasperazione i suoi familiari e gli amici più stretti.
Molti di questi, e dei medici che seguirono la malattia di Jobs, sono stati intervistati dall’autore della biografia, Walter Isaacson. Una delle prime persone che Jobs avvertì dei risultati della TAC sul suo cancro fu Larry Brilliant, un medico che negli anni successivi sarebbe diventato responsabile dei progetti di beneficenza di Google. I due si erano conosciuti in un ashram (un luogo di spiritualità e di meditazione, nella tradizione indù) in India. Jobs gli chiese «Credi ancora in Dio?» e dopo la risposta un po’ spiazzata di Brilliant gli disse: «Ho il cancro».
Quando decise di farsi operare, Jobs si informò molto sulle cure mediche più avanzate e sui modi di trattamento dei tumori. Secondo Isaacson, Steve Jobs fu una delle 20 persone nel mondo il cui DNA era stato interamente sequenziato (sia normale, sia del tumore): l’unico, cioè, ad aver fatto fare la lista completa delle combinazioni con cui sono disposti i quattro nucleotidi (i mattoncini che compongono il codice genetico) nel DNA. L’operazione costava all’epoca 100.000 dollari. Jobs ebbe sempre l’ultima parola sui trattamenti a cui si sottopose, che studiò e che voleva guidare personalmente.
Il sequenziamento del DNA di Jobs fu il risultato di una collaborazione tra alcune delle maggiori università statunitensi, da Stanford alla Johns Hopkins, a Harvard e al Broad Institute del MIT. I medici utilizzarono quelle informazioni per decidere i farmaci più adeguati al trattamento del tumore.
– La malattia di Steve Jobs, di Massimo Mantellini
– Think Different, la biografia e le foto di Steve Jobs sul Post
foto: Justin Sullivan/Getty Images