Cerchiamo di stare attenti
Sulle foto di Gheddafi
Ieri il Post ha pubblicato molto presto le prime foto di Gheddafi ucciso, quelle scattate al display di una videocamera da un fotografo di AFP. Alcuni lettori – con diversi toni – ci hanno chiesto perché non avessimo aspettato di più e verificato che le foto fossero affidabili e confermate come autentiche, visto che noi stessi avevamo scritto sia sul liveblog che su Twitter che ce ne stavamo ancora accertando.
Come ora sappiamo tutti, quelle foto erano autentiche ed erano le prime immagini che mostravano e confermavano l’uccisione dell’uomo che aveva governato la Libia per 42 anni. Rispondiamo con più calma a quei lettori – lo avevamo fatto frettolosamente su Twitter ieri – che se al Post decidiamo di pubblicare una notizia o una foto, ci prendiamo la responsabilità di ritenerla sufficientemente affidabile e di impegnare il Post alla sua pubblicazione. I primi a pagare le conseguenze di uno sbaglio in questo senso – e a dispiacercene – siamo noi, e la credibilità del Post. Come molti ricorderanno, non pubblicammo le foto falsificate di Osama bin Laden morto che rimasero a lungo su molte altre homepage, perché le informazioni che avevamo e la nostra esperienza ci suggerì da subito che non fosse il caso di pubblicarle: e rapidamente si capì che erano false, eppure arrivarono persino sui giornali di carta del giorno dopo. (A chi chiede come mai il Post non ha scritto niente della morte di Saif, il figlio di Gheddafi, annunciata e ritirata su molti siti già due volte nelle ultime 24 ore: fino a venerdì sera non ci è mai risultata confermata).
Poi a volte sbagliamo, e sbaglieremo: e prenderemo delle cantonate anche noi, prima o poi, per ragioni statistiche e perché non siamo perfetti (anzi: però ci lavoriamo un sacco). Ma vorremmo rassicurare quei lettori: non mettiamo una cosa su cui non abbiamo pensato, ancora di più quando è così grossa e importante. Cerchiamo di stare attenti, di questo state certi. E grazie per l’attenzione e l’aiuto.