Un vaccino per la malaria promette bene
Nei primi test clinici si è dimostrato efficace nel 47 per cento dei casi, ma serviranno altre verifiche prima di adottarlo
Una prima serie di test clinici ha dimostrato l’efficacia di un vaccino contro la malaria e fa ben sperare i ricercatori, che da anni studiano il modo di renderci immuni dalla malattia alla base di circa 780mila morti ogni anno in tutto il mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Circa metà dei bambini che hanno ricevuto il vaccino sono sopravvissuti al contagio.
Il vaccino si chiama RTS,S ed è stato realizzato dalla società farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK). Ha richiesto più di 25 anni di sviluppo e negli ultimi tempi parte delle ricerche sono state finanziate dalla Bill and Melinda Gates Foundation, l’organizzazione messa in piedi dal cofondatore di Microsoft insieme con la moglie.
I test clinici, spiegano sul New York Times, andranno avanti fino al 2014 e comprenderanno esami e verifiche su circa 15mila bambini. Ieri, nel corso di una conferenza a Seattle (Washington), i ricercatori hanno mostrato i primi dati segnalando come la somministrazione di tre dosi abbia protetto il 47 per cento dei 6000 bambini tra i 17 mesi e i 5 anni. I dati saranno pubblicati sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine e sono definiti incoraggianti, anche se sarà necessario ancora molto tempo prima di verificare l’effettiva efficacia del vaccino.
Solitamente i vaccini vengono distribuiti quando nei test clinici arrivano intorno al 90 per cento di protezione, il farmaco contro la malaria si ferma per ora al 47 per cento, ma secondo i ricercatori della GSK si tratta di un risultato ugualmente importante. In pochi anni un vaccino con questa efficacia potrebbe comunque salvare diverse milioni di vite, ha detto l’amministratore delegato della società farmaceutica.
Realizzare un vaccino contro la malaria è un’operazione molto più complessa rispetto alla creazione di vaccini per gli altri virus. La malaria è causata da parassiti, protozoi appartenenti al genere Plasmodium, che causano febbre alta con complicazioni e in molti casi la morte, specialmente tra i pazienti più deboli. Questi parassiti si spostano dal sangue al fegato e poi nuovamente nel sangue, cambiando caratteristiche, ed è difficile creare un farmaco che li possa fermare. La principale via di contagio sono le zanzare del genere Anopheles e per questo motivo le tecniche di prevenzione sono solitamente tese a ridurre le popolazioni di questi insetti nelle aree molto abitate, soprattutto in Africa, America del Sud e parte dell’Asia.
Fino a ora GSK ha speso circa 300 milioni di dollari nella ricerca per RTS,S, che sarà probabilmente commercializzato con il nome Mosquirix. La società spenderà almeno altri 100 milioni di dollari nei prossimi anni per i test clinici. Il vaccino potrebbe offrire grandi opportunità commerciali per la società, che tuttavia ha deciso di venderlo al costo di produzione nei paesi poveri dove è molto presente la malattia, con un cinque per cento aggiuntivo sul prezzo finale per finanziare nuove ricerche contro la malaria.
Altre aziende farmaceutiche sono al lavoro per produrre un loro vaccino, ma per ora non hanno ottenuto risultati così incoraggianti. Molto dipende dall’approccio che viene seguito per debellare i parassiti: alcuni ricercatori si concentrano sulle proteine che si trovano sulla superficie di ogni parassita, e che potrebbero dare la chiave per fermarlo, altri cercano di innescare particolari reazioni nel nostro sistema immunitario per rendere innocui i parassiti.
foto: Paula Bronstein/Getty Images