La Turchia attacca i curdi fino in Iraq
Stamattina c'era stato il più violento attacco dei ribelli curdi negli ultimi vent'anni, che aveva ucciso 24 soldati in sette postazioni militari nel sudest del paese
La Turchia ha lanciato poche ore fa un attacco militare nell’area montuosa del nordovest dell’Iraq, dopo che i separatisti curdi avevano ucciso 24 soldati turchi e ferito altri 18 in un attacco a sette isolati posti di frontiera nelle aree di Cukurca e Yuksekova, nella provincia turca di confine di Hakkari.
L’attacco di oltre cento uomini armati del PKK (Parti Karkerani Kurdistan, Partito Curdo dei Lavoratori) era avvenuto nelle prime ore di oggi. Secondo la televisione turca NTV, è l’iniziativa che ha fatto il maggior numero di morti dal 1992. Ieri cinque poliziotti turchi e tre civili, tra cui una bambina, erano morte nell’esplosione di una bomba in una strada nella vicina provincia di Bitlis, e anche questo attentato è stato attribuito dalle autorità al separatismo curdo.
Poche ore dopo, il primo ministro turco Tayyip Erdogan ha annunciato l’avvio di un’offensiva militare contro le basi del PKK nelle zone di confine dell’Iraq, chiamando l’operazione “un inseguimento all’interno dei limiti della legge internazionale”. All’offensiva avrebbero preso parte circa 500 soldati, con il supporto di aeroplani ed elicotteri. I responsabili delle forze di sicurezza turche hanno detto di aver ucciso almeno venti combattenti del PKK nelle prime fasi dell’attacco, che ha portato i soldati a avanzare fino a otto chilometri oltre il confine con l’Iraq. Gli aerei hanno colpito un campo di guerriglieri curdi vicino al fiume Zap, nella regione irachena del Kurdistan.
La precedente operazione militare su vasta scala della Turchia in territorio iracheno era avvenuta nel 2008, e vi avevano preso parte circa 10.000 soldati turchi.
La minoranza curda
Gli attacchi alle basi di frontiera sono avvenuti il giorno dopo che il leader del PKK Abdullah Öcalan, in carcere dal 1999 nell’isola di İmralı, nel mare di Marmara vicino a Istanbul, aveva rilasciato una dichiarazione (la prima da diversi mesi) attraverso suo fratello secondo cui i progressi nel processo di pace tra lo stato turco e la minoranza curda dipendevano interamente dalla Turchia.
Negli ultimi mesi ci sono stati diversi episodi di violenza nelle regioni di confine che hanno fatto peggiorare la situazione, e il governo di Erdogan ha deciso di affrontare la questione con un maggior uso della forza. A partire da luglio, i ribelli del PKK hanno ucciso più di 50 membri delle forze di sicurezza turche. Nell’agosto del 2011, l’aviazione turca aveva bombardato alcuni obbiettivi nell’Iraq settentrionale, dopo un attacco a un convoglio militare che aveva causato nove morti.
La lotta armata per l’indipendenza della minoranza curda, che è di circa 15 milioni di persone sui 74 milioni di abitanti della Turchia, è iniziata nel 1984 e ha causato circa 40.000 morti. I curdi vivono principalmente nella zona sudorientale della Turchia e nelle aree di confine della Siria, dell’Iraq, dell’Iran e della Siria. Il PKK è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia, dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.
foto: AP Photo/DHA, via APTN