Sirleaf corre da sola in Liberia?
I principali avversari politici del premio Nobel per la Pace e attuale presidente hanno annunciato il ritiro dalle presidenziali per brogli
In Liberia otto delle quindici liste elettorali che hanno sfidato il presidente uscente e Premio Nobel per la Pace 2011 Ellen Johnson Sirleaf hanno annunciato oggi il ritiro dalla corsa presidenziale per presunti “brogli” nelle elezioni di martedì scorso e hanno organizzato una manifestazione di protesta per domani. Tra gli otto partiti ci sono anche il Congress for Democratic Change dell’ex ministro della Giustizia Winston Tubman e il National Union for Democratic Progress dell’ex signore della guerra Prince Johnson.
Al momento i due, secondo i risultati dello spoglio parziale del primo turno (le sezioni scrutinate sono finora la metà), sono rispettivamente al secondo (29.5% dei voti) e terzo posto (11,4%) dietro Sirleaf, che sinora ha ottenuto il 45,4 per cento delle preferenze. Se la presidente uscente non dovesse superare il 50 per cento più uno dei voti, si andrebbe al ballottaggio previsto per l’11 novembre prossimo.
Nel comunicato dei partiti ribelli si legge della “spaventosa truffa ordita dalla Commissione elettorale”, all’esordio nelle elezioni liberiane (le precedenti si erano svolte sotto l’egida dell’Onu). Accusa che sarebbe sostenuta da prove, come fotografie e testimonianze dirette. Per il segretario del Partito dell’Unità di Sirleaf, Wilmot Paye, queste sono tattiche “di chi non sa perdere. Vogliono solo creare caos”. A innalzare la tensione, stamattina, nella capitale Monrovia, è stato bruciato un ufficio occupato durante la campagna elettorale dal partito di Sirleaf, senza causare vittime. La polizia liberiana ha dichiarato di essere sulle tracce degli assalitori.
Quelle di martedì, sono state le seconde elezioni libere dello stato africano, la repubblica più antica del continente, fondata nel 1847 da ex schiavi afroamericani. Le prime consultazioni si sono tenute nel 2005 dopo la dittatura di Charles Taylor e la guerra civile che ha causato la morte di 250 mila persone.