La banda larga senza fondi pubblici
Il Consiglio dei ministri ha deciso di usare il denaro ottenuto dalle aste per le frequenze cellulari per fare altro
La legge di stabilità proposta ieri dal Consiglio dei ministri porta l’ennesimo ostacolo per la diffusione della banda larga in Italia. Il denaro ottenuto dalle aste per le frequenze della telefonia mobile non andrà alle telecomunicazioni: sarà utilizzato per l’ammortamento dei titoli di Stato e per un nuovo fondo del ministero dell’Economia. Gli investimenti per la banda larga saranno quindi quasi completamente in mano ai privati, spiega sul Sole 24 Ore Carmine Fotina.
Nessun dietrofront: Romani perde i fondi per la banda larga. L’ultima versione della legge di stabilità uscita dal consiglio dei ministri conferma che le telecomunicazioni perdono la quota dell’extragettito dell’asta per le frequenze che invece era inizialmente destinata al settore. Si tratta di circa 800 milioni. In particolare, il totale dell’extragettito (eccedenza rispetto ai 2,4 miliardi già destinati al Tesoro) ammonta a 1,6 miliardi e sarà così distribuito: 50% al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e 50% a un fondo nello stato di previsione del ministero dell’Economia che servirà ad attenuare i tagli ai vari ministeri, in particolare a sicurezza e difesa ed ambiente.
Romani aveva puntato con decisione a una quota di poco meno di 800 milioni per costituire una società mista pubblico privata che avrebbe dovuto realizzare la rete a banda larga di nuova generazione. Il tavolo è saltato quando Telecom Italia e Fastweb, principali player della fibra ottica, si sono sfilati puntando tutto su un progetto alternativo che ruota intorno a Metroweb, società milanese privata rilevata dal fondo F2i di Vito Gamberale. F2i a sua volta è partecipato con il 16% da Cassa depositi e prestiti, con la quale tra l’altro ha in comune il presidente: Franco Bassanini. Di qui l’idea, anche per comunicare l”armistizio’ tra Romani e Tremonti, di archiviare il vecchio progetto, con i relativi fondi, dello Sviluppo economico e ripartire dal progetto Metroweb-F2i-Cdp, da aprire al massimo a un’ipotesi di project financing. Romani, in pratica, ha dovuto accettare il dirottamento dei fondi ma ha chiesto in cambio di poter almeno coordinare, a livello ‘politico’, il progetto banda larga. La mediazione tra Romani e Tremonti si è consumata nella mattinata di ieri, dopo un lungo confronto.