I container alla deriva della Rena
Le nuove foto del disastro ambientale in Nuova Zelanda
Mercoledì della settimana scorsa, la nave cargo liberiana Rena si è arenata al largo delle coste della Nuova Zelanda, nella zona dell’Astrolabe Reef. L’incidente si è verificato a pochi chilometri di distanza da Tauranga, la città portuale più popolosa della Baia di Plenty (Isola del Nord), e da allora le autorità stanno cercando di mettere in sicurezza la nave, evitando che si verifichino altre perdite di carburante e dell’olio combustibile pesante trasportato a bordo.
Nelle ultime ore una squadra di tecnici ed esperti è riuscita a salire sulla Rena per effettuare alcune verifiche sulla sua stabilità. Le operazioni di controllo sono durate più di quattro ore e hanno confermato quanto si era già ipotizzato osservando le immagini aeree: la nave rischia di spezzarsi in due a causa di una grande crepa nello scafo, che potrebbe far inabissare più rapidamente il vascello. La zona in cui c’è la frattura è ritenuta per ora troppo pericolosa per lavorarvi. Il mare mosso contribuisce a peggiorare la situazione, spingendo la nave verso scogli che potrebbero portare altri danni.
Le principali preoccupazioni rimangono legate alla possibile perdita di altri derivati del petrolio in mare. Secondo i responsabili delle operazioni di soccorso, la nave trasportava circa 700 tonnellate di olio combustibile pesante a bordo. Il team che è salito sulla nave stima che 356 tonnellate di questo materiale siano state disperse, mentre le restanti 344 tonnellate sarebbero ancora all’interno della nave. L’obiettivo principale rimane il trasferimento dell’olio su altre navi cisterna di supporto per evitare ulteriori perdite in mare.
Saranno necessarie settimane prima che l’olio combustibile si disperda completamente in mare. Fino a ora sono stati utilizzati 200 litri di sostanze chimiche disperdenti per ridurre l’impatto inquinante della perdita. Sulle spiagge nella zona di Tauranga continuano ad arrivare ondate nere, con i derivati del petrolio che si raggrumano sulla sabbia causando seri danni per la fauna locale. Autorità e volontari hanno trovato centinaia di uccelli marini morti per intossicazione, mentre prosegue il lavoro di ricerca e pulizia degli esemplari ancora vivi.
Una seconda preoccupazione è dovuta ai container caduti in mare in questi giorni. La nave è inclinata su un lato e questo ha favorito lo spostamento sul ponte superiore di alcuni container, che sono poi finiti in acqua. Si stima ne siano caduti circa novanta e c’è il timore che alcuni di questi contenessero materiali chimici tossici, che a contatto con l’acqua potrebbero produrre gas o portare ad altre reazioni chimiche. Alcuni container sono andati alla deriva, raggiungendo poi le coste della Baia.
Intanto, il proprietario della nave cargo liberiana Diamantis Manos ha inviato un messaggio alle popolazioni interessate dal disastro, chiedendo scusa per quanto accaduto. Manos è dirigente della società Costamare Shipping Company SA e ha confermato di voler collaborare con le autorità per mettere in sicurezza la nave. La società darà anche il proprio contributo con una squadra di esperti per verificare come si sia potuto verificare l’incidente. Un’ipotesi circolata nei giorni scorsi è che il capitano della Rena avesse commesso un errore, complici alcuni bicchieri di troppo. Ma in merito non sono state ancora trovate prove evidenti.