Guardie d’onore
L'ingessato protocollo delle visite di Stato nelle più belle foto di divise, salve di fucile e portamenti più o meno solenni
Le visite ufficiali all’estero dei capi di Stato e di governo sono baracconi rituali fatti di un infinito campionario di riti e protocolli. L’organizzazione di una visita di Stato, infatti, è un labirinto di cerimoniali in cui niente succede per caso: chi saluta prima chi, chi cammina un passo avanti a chi, chi saluta i militari, chi si siede dove, chi sta a destra e chi sta a sinistra, eccetera. Uno dei momenti tipici di questo genere di rigidità è la tradizionale ispezione della guardia d’onore, momento in cui si incontrano i protocolli della politica e la proverbiale disciplina militare. Nel suo fascino formale, l’ispezione della guardia d’onore è spesso anche una magnifica occasione per i fotografi, come dimostrano queste immagini. Dentro ci sono anche alcuni episodi di rottura del protocollo, diciamo: come la guardia che sviene, gli occhiali da sole di Hillary Clinton e Jacob Zuma, la neve sulle spalle di Hamid Karzai.