Oggi si vota in Liberia
La presidente Ellen Johnson Sirleaf, che ha appena vinto il Nobel per la Pace, si gioca la rielezione contro un suo ex ministro e l'ex calciatore George Weah
Oggi, martedì 11 ottobre, si vota in Liberia per rinnovare la Camera dei Rappresentanti, metà dei seggi al Senato e per eleggere un nuovo presidente. È la seconda volta che si vota nel Paese dalla fine della sanguinosa dittatura di Charles Taylor e della guerra civile nel 2003. Tra i candidati alla presidenza c’è Ellen Johnson Sirleaf, l’attuale presidente del Paese che la scorsa settimana ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace insieme a Leymah Gbowee e Tawakul Karman.
Sirleaf ha 73 anni, ha studiato Economia ad Harvard e nel 2005 è stata eletta presidente della Liberia, diventando la prima donna a ricoprire questo ruolo in uno Stato africano. Molti hanno criticato la decisione di assegnarle il Nobel a una settimana di distanza dalle elezioni, sostenendo che questo potesse influenzare impropriamente la volontà degli elettori, soprattutto delle donne. Ma in Liberia il Nobel è conosciuto quasi soltanto tra gli studiosi e gli intellettuali, e Sirleaf ha evitato qualsiasi riferimento al premio negli ultimi giorni di campagna elettorale.
Il presidente dovrà affrontare altri 15 candidati, tra cui l’ex signore della guerra Prince Johnson (famoso per un video in cui beve una birra mentre davanti a lui i suoi uomini tagliano le orecchie all’allora presidente Samuel Doe, torturato e poi ucciso). Il suo avversario più accreditato è però l’ex ministro della Giustizia Winston Tubman, che ha scelto come suo vicepresidente l’ex calciatore del Milan e del Paris Saint German George Weah. Weah aveva già sfidato Sirleaf al ballottaggio del 2005, perdendo per pochi voti. Era stato parecchio deriso dai sostenitori di Sirleaf per la sua mancanza di istruzione (con lo slogan «He don’t know book») e in questi sei anni ha cercato di rimediare prendendo una laurea in Gestione aziendale all’Università DeVry di Miami. Secondo molti analisti nessuno dei candidati otterrà la maggioranza assoluta e Sirleaf e Tubman andranno al ballottaggio, che nel caso si terrà l’8 novembre.
Il Wall Street Journal spiega in un articolo che Tubman e Weah si sono rivolti soprattutto ai giovani disoccupati. Weah è molto popolare tra i giovani grazie alla sua carriera di ex calciatore e alla sua estraneità alla politica. I due hanno anche cercato di trasformare l’elezione in un referendum sulla capacità di Sirleaf di riconciliare il paese dopo la dittatura e l’hanno inoltre accusata di avere un’amministrazione corrotta e di pagare le persone per partecipare alle sue manifestazioni di piazza. Tubman, che a sua volta ha studiato a Harvard ed è stato consigliere dell’ex Segretario generale dell’ONU Kofi Annan, si è detto certo di vincere.
Sirleaf ha evitato di rispondere alle accuse che le hanno mosso Tubman e Weah e ha puntato molto sullo sviluppo economico che ha realizzato durante il suo mandato. La Liberia negli ultimi anni ha aumentato le esportazioni di ferro, diamanti e legname e ha attratto nuovi investimenti stranieri nel settore minerario e petrolifero. Inoltre ha ottenuto la cancellazione di una parte del debito internazionale. Lo sviluppo del paese non è stato però uniforme: oggi ancora sei liberiani su dieci non sanno leggere, circa l’80 per cento della popolazione non ha un contratto di lavoro e la corruzione è ancora un problema molto diffuso.