Oggi si vota in Camerun
Il 78enne Paul Biya, il capo di governo in carica da più tempo al mondo, si prepara a un nuovo scontato trionfo
Si sono aperte oggi in Camerun le urne per le elezioni presidenziali. Dopo sette anni dalle ultime consultazioni, il favorito rimane il presidente uscente Paul Biya, che nel 2004 è stato rieletto con circa il 70 per cento dei voti e il cui regime, dalla caduta di Gheddafi, è stato definito il più duraturo oggi esistente al mondo.
Le opposizioni camerunensi hanno contestato le consultazioni del 2004, che però sono state giudicate sostanzialmente corrette dagli osservatori internazionali. Biya è presidente del Camerun da 29 anni e per rimanere al potere nel 2008 ha fatto modificare la costituzione che gli avrebbe impedito di governare per un altro mandato. La decisione all’epoca scatenò violente proteste che causarono la morte di decine di manifestanti. Oggi la situazione nel paese sembra decisamente più tranquilla, anche se alcuni seggi hanno aperto in ritardo perché le schede elettorali non erano ancora arrivate dalla capitale Yaoundé. Il Camerun vanta la più grande economia dell’Africa centrale e uno dei tassi di alfabetizzazione più alti del continente (76 per cento per gli adulti, 86 per i bambini), ma è afflitto da gravi e irrisolti problemi come la corruzione rampante e la mancanza di infrastrutture.
Il potere del 78enne Biya si basa prevalentemente sul controllo che esercita nei confronti di media e istituzioni chiave dell’amministrazione camerunense, su tutte la commissione elettorale ELECAM, che viene nominata direttamente dal presidente. Inoltre, l’opposizione, prevalentemente rappresentata dai partiti Social Democratic Front (SDF), National Union for Democracy and Progress (UNDP) e Cameroon Democratic Union (UDC), è sempre più frammentata per ragioni etniche, politiche e linguistiche (sono 240 gli idiomi parlati nel paese, senza contare le discriminazioni contro gli anglofoni). Per sfidare il dominio di Biya, le opposizioni hanno candidato addirittura ventidue sfidanti. Il principale rivale del presidente sarà con molta probabilità John Fru Ndi, il leader del SDF, che nel 2004 riuscì a racimolare il 17 per cento dei voti.