Il tesoretto della Grecia
La Grecia sarebbe dovuta fallire alla fine di ottobre, invece ha trovato un miliardo e mezzo e i tedeschi si chiedono dove
Questa settimana il ministro delle finanze greco Evangelos Venizelos ha dichiarato che, per evitare il fallimento, la Grecia non avrà bisogno di altri aiuti europei fino a metà novembre, perché possiederebbe un “tesoretto” di riserva di circa 1,5 miliardi di euro. La scadenza precedente del default greco era fissata alla fine di ottobre e Atene deve ancora ricevere la sesta tranche da 8 miliardi di euro del primo progetto di aiuti del 2010 a fronte della richiesta dell’Eurogruppo di nuovi tagli, in attesa che il rafforzamento del Fondo salva stati portato a circa 440 miliardi di euro venga approvato da tutti i paesi dell’euro (ieri sera è arrivato il sì dell’Olanda, il 15esimo paese sui 17). Ma ora alcuni osservatori si chiedono: la Grecia dove ha trovato le risorse per resistere sino a novembre?
Il mistero coinvolge soprattutto la Germania, la nazione che sinora si è mostrata più intransigente nei confronti della Grecia (nel 2010 alcuni deputati tedeschi e il tabloid Bild avevano addirittura invitato la Grecia a vendere le proprie isole per far fronte alla crisi). Lo Spiegel ha cercato di indagare, dal momento che fino a qualche settimana fa la Grecia sembrava sull’orlo del tracollo, mentre Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale cercavano di accelerare l’arrivo dell’ultima tranche di aiuti. Secondo lo Spiegel il miliardo e mezzo potrebbe essere stato recuperato dagli avanzi del salvagente da 1000 miliardi dell’Europa offerto alle banche durante la crisi del 2008. La quota greca però sarebbe esaurita da tempo, nota il settimanale tedesco. In alternativa, il tesoretto potrebbe risalire a un altro fondo di stabilizzazione per le banche greche, chiamato Txs, parte del primo pacchetto di aiuti del 2010 e che oggi, secondo fonti dello Spiegel, ammonterebbe a 1,7 miliardi di euro. E la Grecia avrebbe semplicemente anticipato del denaro in attesa di ricevere l’ultima tranche del primo bailout.
Tuttavia, secondo lo Spiegel, la realtà potrebbe essere più semplice: per la Grecia non c’è alcun rischio reale di fallimento nei mesi di ottobre e novembre e la pressione della comunità internazionale nei suoi confronti sarebbe destinata ad altri scopi, come chiedere nuovi tagli. Dunque, quanto credibile sarà la nuova scadenza di novembre, si chiedono i tedeschi? E a quali altri trucchi si potrebbe assistere mentre Atene prosegue la sua corsa contro il tempo? La Germania continua ad essere diffidente della Grecia come nel 2010 aveva mostrato una discussa copertina di Focus con un’oltraggiosa Venere di Milo contro i “truffatori” di Atene.