Chi è Ellen Johnson Sirleaf
Una delle tre donne premiate oggi col Nobel per la Pace è un capo di Governo in piena campagna elettorale, in Liberia
La vittoria del premio Nobel per la Pace di Ellen Johnson Sirleaf – insieme a Leymah Gbowee e Tawakul Karman – ha fatto alzare qualche sopracciglio: non tanto per il valore della persona in sé, quanto perché questa si trova in piena campagna elettorale e il premio le darà probabilmente una grossa mano. Ellen Johnson Sirleaf è infatti la presidente della Liberia e l’11 ottobre si gioca la rielezione per un secondo mandato. Nel 2005 era stata la prima donna a diventare presidente di uno stato del continente africano.
Ellen Johnson Sirleaf è nata a Monrovia nel 1938. Ha studiato economia al College of West Africa e poi negli Stati Uniti, dove si era trasferita nel 1955 dopo la fine del suo matrimonio e dove ha conseguito un master in amministrazione pubblica alla Harvard John F. Kennedy School of Government. Nel 1972 tornò nel suo paese di origine per lavorare come assistente al ministero della Finanza con il governo dell’allora presidente William Tolbert. Dopo il colpo di Stato del 1980, fu catturata e detenuta per alcuni mesi. Una volta libera, lasciò di nuovo la Liberia per evitare le persecuzioni del nuovo regime.
Con il colpo di Stato prese il potere il sergente maggiore Samuel Kanyon Doe, che introdusse di fatto una dittatura di stampo militare. Nel 1989 scoppiò la guerra civile e Doe fu ucciso dalle forze del Fronte Indipendente Patriottico per la Liberia. Dai sanguinosi conflitti etnici che seguirono per anni emerse la leadership di Charles Taylor, uno dei signori della guerra più potenti del paese, che divenne presidente nel 1997, battendo proprio Ellen Johnson Sirleaf, che nel frattempo era tornata in patria. La feroce dittatura di Taylor diede inizio a una nuova guerra civile, che si concluse solo nel 2003 con gli accordi di Accra e il suo esilio in Nigeria. Al termine della guerra erano morte più di duecentomila persone.
Nel 2005 Ellen Johnson Sirleaf si candidò per la seconda volta alle presidenziali e le vinse al ballottaggio contro George Weah, ex calciatore di Paris Saint Germain e Milan. La sua attività si concentrò da subito sulla ricostruzione economica del paese devastato da anni di guerra civile e sui diritti delle donne, che erano stati al centro della sua agenda politica fin da quando, giovanissima, si era separata dal marito che aveva sposato a soli 17 anni.
Nelle ultime settimane alcuni dei suoi oppositori avevano chiesto alla Corte Suprema della Liberia che dichiarasse illegittima la sua candidatura, sulla base di un articolo della Costituzione che stabilisce che i candidati debbano avere avuto la residenza in Liberia per almeno dieci anni consecutivi. Ieri la Corte ha respinto la richiesta dicendo che la condizione non può evidentemente valere considerate quali erano le condizioni politiche della Liberia fino a pochi anni fa. Lunedì Sirleaf affronterà altri sei candidati, tra cui di nuovo l’ex calciatore George Weah e l’ex signore della guerra Prince Johnson (famoso per un video in cui beve una birra mentre davanti a lui i suoi uomini tagliano le orecchie all’allora presidente Samuel Doe, torturato e poi ucciso).