Gli affari del porno su Internet
L'Economist racconta a che punto è il passaggio dell'industria pornografica dai mercati tradizionali alla rete
Gli affari delle aziende pornografiche sono in crisi e l’industria sta cercando di rilanciarsi su Internet: tendenza ormai in corso da tempo, ma accelerata negli ultimi tempi e favorita dal nuovo dominio .xxx. La novità, ne parla l’Economist, è come alle difficoltà del mercato tradizionale del porno si stiano affiancando ormai dei corposi guadagni ottenuti dalla pornografia online, a fronte di un gigantesco volume di traffico.
Il valore delle azioni di Private Media Group, una delle aziende pornografiche più grandi, è precipitato dai 10 dollari del 2006 ai 70 centesimi di oggi. Gli abbonamenti alle riviste sono mosci e la vendita di DVD erotici è crollata del 70% negli ultimi cinque anni. Come ha ammesso lo stesso Steven Hirsch, fondatore di Vivid Entertainment, una specie di Bill Gates del porno.
Chi sta facendo molti soldi invece è Manwin, un’azienda che ha investito i suoi sforzi su internet. Possiede quasi tutti i siti a contenuto pornografico che esistono oggi in rete e venti di quelli più trafficati. L’azienda non trattiene i dati degli utenti e sembra avere trovato il giusto format per i teaser con cui attira nuovi clienti. Altre due aziende che stanno andando molto bene sono Cam Sites, che propone un sistema di live chat, e LiveJasmin, che al momento è il cinquantesimo sito più visitato al mondo.
Molti dicono che anche per il porno il futuro sarà nella tecnologia mobile, continua l’Economist. Adultmoda ha guadagnato quattro miliardi di dollari grazie al mobile advertising soltanto a gennaio di quest’anno. Strictly Broadband dice che metà delle sue entrate vengono dalle vendite sugli iPhone, che contano il 30 percento del loro traffico totale.