Il blogger egiziano che non mangia più
Un blogger egiziano è stato condannato per avere criticato il Consiglio Supremo Militare, è in sciopero della fame da 42 giorni
Questa notte il blogger egiziano Maikel Nabil Sanad entrerà nel suo quarantaduesimo giorno di sciopero della fame. Sanad è in carcere per colpa di un post in cui aveva criticato il Consiglio Supremo Militare egiziano, che è di fatto al potere da quando Hosni Mubarak è stato costretto alle dimissioni. Le sue opinioni filo-israeliane gli hanno alienato la simpatia di gran parte dell’opinione pubblica egiziana e dei manifestanti antigovernativi, e per questo la sua storia è passata quasi del tutto inosservata.
Soltanto per avere espresso le sue opinioni sul suo blog, Sanad è stato condannato a tre anni di carcere al termine di un processo militare, lo stesso tipo di processo contro il quale i manifestanti di piazza Tahrir lottavano lo scorso gennaio. Un influente blogger egiziano, Islam Hussein, commenta così oggi la storia di Sanad sul sito d’informazione indipendente egiziano Bikyamasr.
Cari egiziani indifferenti, anche se non vi importa della libertà d’espressione, e anche se credete che la vita di un essere umano conti meno della certezza delle vostre opinioni politiche, dovreste comunque volere la liberazione di Maikel. Se un giorno qualcuno dovesse privarvi della vostra libertà per le vostre opinioni, non avreste nessun altro da biasimare se non voi stessi. Anche se, se sarà ancora vivo, Maikel sarebbe probabilmente lì a difendervi. L’oppressione per le proprie idee aiuta solo a rinforzare la pessima immagine che l’Egitto e in generale il Medio Oriente ha acquistato negli ultimi sessant’anni. L’Egitto e gli egiziani hanno bisogno di più persone come Maikel Nabil Sanad.
Il processo d’appello per Sanad è previsto per domani, 4 ottobre, ma le sue condizioni di salute sono sempre più compromesse. I suoi familiari hanno chiesto che sia trasferito e curato in un ospedale privato, ma finora non sono stati ascoltati. Amnesty International ha chiesto che sia liberato subito senza alcuna condizione, perché condannato solo per avere esercitato pacificamente il suo diritto alla libertà d’espressione. Sanad era stato arrestato lo scorso 28 marzo nella sua casa del Cairo per avere pubblicato su Facebook e sul suo blog commenti considerati «offensivi» nei confronti delle forze armate egiziane, accusate di avere continuato a usare la violenza contro i manifestanti pacifici anche nei giorni successivi alle dimissioni di Mubarak. «La rivoluzione si è liberata del dittatore, ma non della dittatura», scriveva in uno dei suoi ultimi post.
Sabato la giunta militare egiziana ha accettato di modificare la legge elettorale e ha stabilito una tabella di marcia per garantire il passaggio del potere alle autorità civili. Venerdì migliaia di persone si erano riunite in piazza Tahrir – tra loro era presente anche l’attore Sean Penn – per chiedere la modifica delle legge elettorale e nuove riforme in senso democratico, protestando contro la concentrazione del potere nelle mani dell’esercito.