La Grecia non ne esce
Falliti gli obiettivi economici fissati per 2011 e 2012, il piano di tagli nel gigantesco settore pubblico è accolto da proteste e scioperi
Il governo della Grecia ieri ha ammesso che per il paese non sarà possibile raggiungere gli obiettivi economici che erano stati stabiliti al momento di contrarre i prestiti e gli impegni con la comunità internazionale, specificamente con Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Il ministro greco dell’Economia ha spiegato che il deficit della Grecia quest’anno ammonterà all’8,5 per cento del prodotto interno lordo, ben più di quanto previsto. L’obiettivo è arrivare nel 2012 con un rapporto del 6,8 per cento. Così dicendo, il governo ha presentato e prospettato le nuove misure di austerità economica che entreranno in vigore nel prossimo futuro e saranno inserite nella legge finanziaria del 2012, la cui bozza è stata discussa e approvata all’unanimità ieri.
Anche i dati sull’economia greca non sono incoraggianti: al terzo anno di recessione, ci si aspetta una contrazione del 5,5 per cento, ben più ampia delle previsioni (che parlavano di 3-4 per cento). Anche per questa ragione la bozza della finanziaria è ancora particolarmente dolorosa, e comprende un piano per l’uscita di 30.000 dipendenti pubblici, di cui due terzi saranno accompagnati al prepensionamento. Le dimensioni del gigantesco settore pubblico greco sono da mesi al centro della crisi greca. Lo scorso marzo la Grecia si è impegnata a tagliare 80.000 posti di lavoro dal suo settore pubblico entro il 2015, dopo avere assunto 25.000 persone tra il 2010 e il 2011, quando il Paese era già in gravissima crisi economica.
Il piano però sta però generando proteste e polemiche. La settimana scorsa si sono tenuti diversi scioperi da parte dei lavoratori pubblici appartenenti a vari settori, dagli insegnanti agli autisti degli autobus. Per mercoledì è previsto un nuovo sciopero di tutto il settore pubblico, mentre per il 18 ottobre è stato fissato un nuovo sciopero generale. Queste tensioni si riflettono anche dentro il partito socialista, che in Parlamento ha una maggioranza di appena quattro seggi e per questo non può permettersi spaccature e forti dissensi. La bozza di legge finanziaria sarà presentata oggi al Parlamento greco e sarà votata entro la fine di ottobre. Oggi in Lussemburgo i ministri europei delle Finanze discuteranno anche della situazione greca, ma non dovrebbero prendere alcuna decisione.
foto: ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images