I cinque punti di Confindustria contro la crisi
Che cosa c'è nel documento che Confindustria propone al governo, minacciando di abbandonare ogni confronto
Oggi il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha presentato il “Progetto delle imprese per l’Italia” [pdf], un documento nel quale sono raccolte cinque proposte per affrontare la crisi economica che sta interessando il Paese. Nel corso della presentazione, Marcegaglia ha chiesto al governo di prendere in considerazione il progetto e dare un seguito alle proposte. Se così non sarà, Confindustria potrebbe lasciare il confronto con il governo.
Emma Marcegaglia è da tempo critica nei confronti del modo in cui l’esecutivo sta cercando di gestire la crisi. La scorsa settimana aveva chiesto nuove e incisive riforme, aggiungendo che in assenza di fatti concreti il governo di Silvio Berlusconi si sarebbe dovuto dimettere. I cinque punti sono stati sottoscritti da Confindustria insieme all’Associazione Bancaria Italiana, all’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, alla Rete Imprese Italia e all’Alleanza delle Cooperative Italiane. Le proposte contenute nel Progetto erano già state formulate, con modalità diverse, negli ultimi mesi da altre organizzazioni e ricordano anche la prima versione della manovra di fine giugno, ampiamente rimaneggiata (e resa più debole) dal governo prima della sua approvazione da parte del Parlamento.
1. Meno tasse per lavoratori e imprese
La proposta è di abbassare l’Irap per le imprese e l’Irpef per i lavoratori, così da stimolare il rilancio della crescita. Le risorse in meno per lo Stato potrebbero essere compensate attraverso una nuova rimodulazione dell’IVA o con una imposta patrimoniale ordinaria. Per combattere l’evasione c’è poi la proposta di limitare i pagamenti in contanti fino a 500 euro.
2. Liberalizzazioni
Per ridurre burocrazia e rendere più semplice l’accesso, c’è la proposta di liberalizzare tutte le professioni, questione annosa presentata a ogni manovra e che non si traduce mai in qualcosa di concreto. Altri fronti di liberalizzazioni dovrebbero interessare i servizi pubblici locali, i settori dell’energia e dei trasporti.
3. Vendere i beni dello Stato
Attraverso la vendita di beni e immobili, lo Stato potrebbe ottenere in tempi ragionevolmente brevi nuove risorse per ridurre il proprio debito. Secondo alcune stime, i beni in possesso allo Stato superano i 400 miliardi di euro, ma naturalmente non tutto sarebbe vendibile.
4. Infrastrutture
Confindustria chiede tempi più rapidi e meno burocrazia, così da poter far andare avanti i cantieri e concludere le opere più velocemente, se necessario anche con procedure d’urgenza. Il governo dovrebbe poi impegnarsi di più nella ricerca e nel coinvolgimento di capitali privati.
5. Pensioni
Rispetto agli altri paesi dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) l’Italia spende circa il 2,5 per cento in più per le pensioni. Per riportare il Paese nella media sono necessari tagli e l’aumento dell’età pensionabile. Il progetto prevede anche una modifica per le pensioni delle donne, con la parità degli anni di anzianità con quelle degli uomini.