L’arresto di George Wright
La storia da film dell'uomo arrestato lunedì in Portogallo, che nel 1972 aveva dirottato un volo diretto a Miami
La polizia portoghese ha arrestato lunedì 26 settembre George Wright, 68 anni, un criminale in fuga da più di quarant’anni. Wright è stato trovato in un paese vicino a Lisbona, in Portogallo, dove viveva con il nome di Jose Luis Jorge Dos Santos.
Chi è George Wright
Nel 1962, a 19 anni, George Wright commise una serie di rapine nel New Jersey, insieme a tre complici. In una di queste, a un distributore di benzina, Wright uccise il gestore, un veterano della Seconda Guerra Mondiale. Venne catturato dopo due giorni e condannato ad almeno quindici anni di carcere, ma nel 1970 riuscì a fuggire insieme ad altri tre prigionieri dall’azienda agricola in cui lavoravano i detenuti della Bayside State Prison, in New Jersey.
Secondo l’FBI, Wright si unì poi a un gruppo clandestino costituito soprattutto da fuoriusciti delle Pantere Nere, chiamato Black Liberation Army. Il movimento, di ispirazione marxista e sostenitore della lotta armata per la causa del nazionalismo nero, si rese colpevole di numerosi attacchi violenti ad autorità e agenti di polizia. Durante la latitanza, Wright visse in una sorta di comune con membri del BLA di Detroit. Il 31 luglio 1972, a Detroit, si imbarcò sul volo Delta Airlines 841 diretto a Miami per dirottarlo. Era vestito da prete e usava l’alias “reverendo L. Burgess”, portando una pistola in uno spazio scavato all’interno di una copia della Bibbia (le norme statunitensi di sicurezza aeroportuale che prevedevano l’ispezione di tutti i passeggeri e tutti i bagagli entrarono in vigore solo alla fine del 1972).
Insieme a Wright si imbarcarono anche altri tre uomini del suo gruppo di militanti, con due donne e tre bambini piccoli. I dirottatori entrarono in azione mentre l’aereo sorvolava la Georgia e, arrivati a Miami, chiesero un milione di dollari per rilasciare i passeggeri.
I soldi, in una sacca pesante oltre 30 kg, vennero consegnati da agenti in costume da bagno, per dimostrare che non portavano armi, e i dirottatori costrinsero poi il pilota a portare l’aereo in Algeria (con uno scalo a Boston per rifornimento e per imbarcare un altro pilota che facesse da navigatore, anche lui vestito in costume da bagno), dove i cinque criminali chiesero asilo. Il governo socialista algerino aveva pessime relazioni con gli Stati Uniti e permise a numerosi latitanti, tra cui anche un leader delle Pantere Nere, di trovarvi rifugio.
L’Algeria confiscò il milione di dollari ottenuto dai dirottatori e lo restituì agli Stati Uniti, mentre i criminali fecero perdere le loro tracce dopo essere stati brevemente detenuti nel paese e dopo che le loro richieste di asilo vennero respinte. Quattro anni dopo, quattro di loro furono arrestati a Parigi (non vennero estradati negli Stati Uniti e ricevettero condanne miti dalla giustizia francese), mentre Wright rimase sulla lista dei ricercati dell’FBI.
La caccia a George Wright
Il suo caso venne ripreso in considerazione dalle autorità di polizia americane nel 2002, quando venne creato un gruppo investigativo formato da membri di diverse agenzie governative di sicurezza statunitensi (tra cui l’FBI e il Marshals Service, una sorta di polizia penitenziaria federale) per occuparsi dei casi di latitanza dagli stati di New York e del New Jersey.
Il gruppo intervistò di nuovo le famiglie delle vittime dei crimini di Wright e i piloti del volo dirottato, e tracciò diversi identikit di come sarebbe potuto apparire oggi. Provò anche a rintracciare tutte le comunicazioni che Wright avrebbe potuto fare con i suoi familiari negli Stati Uniti. Fu compilata una lista di località in cui sarebbe stato possibile rintracciare Wright.
L’indirizzo in Portogallo era solo uno di questi, ma le indagini si sono sbloccate solo la scorsa settimana, dopo oltre nove anni dalla loro ripresa, quando la polizia portoghese ha confrontato le impronte di Wright in possesso dell’FBI con quelle inserite nel database nazionale portoghese delle carte d’identità. È stata trovata una corrispondenza con quelle di Jorge Dos Santos, e la sua casa è stata messa sotto sorveglianza dalla polizia locale.
George Wright è stato arrestato lunedì ed è comparso martedì in un tribunale di Lisbona. Il giudice ha respinto la sua richiesta di rilascio, in attesa che venga esaminata la richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti.
George Wright viveva da circa vent’anni in un paesino sull’oceano Atlantico a 40 chilometri da Lisbona, dove si era sposato con una donna portoghese e aveva avuto due figli. Abitava in una casetta bianca a due piani, aveva lavorato come cuoco, poi come imbianchino e facendo piccoli lavoretti. Sulla sua carta d’identità portoghese, Wright aveva il nome di Jose Luis Jorge Dos Santos, e risultava nato in Guinea-Bissau, una nazione dell’Africa occidentale che fu colonia portoghese fino al 1974.