Contro l’evasione, ridurre le tasse
Sulla Stampa Alberto Bisin fa i conti e valuta i costi comuni del carico fiscale troppo alto
Riprendendo quello che avevano scritto sempre sulla Stampa Luca Ricolfi e Stefano Lepri, oggi Alberto Bisin torna sulla sopravvalutazione della lotta all’evasione fiscale come soluzione unica e prioritaria dei problemi nei conti dello Stato.
La questione dell’evasione fiscale in Italia torna periodicamente ad essere centrale nella discussione politica. Si prospettano tuoni e fulmini contro gli evasori, si stimano entrate stratosferiche nelle casse pubbliche come conseguenza di rinnovati sforzi alla lotta all’evasione, e poi nulla succede: gli evasori evadono e i lavoratori dipendenti pagano.
La battaglia all’evasione è ovviamente prima di tutto una battaglia di giustizia, equità, e anche di civiltà, nel senso che è difficile fondare una società civile su una distribuzione così eterogenea del carico fiscale come in Italia. Stime più o meno accurate danno un sommerso in Italia dell’ordine del 26% del Prodotto interno lordo.
Detto questo, compito di un economista è cercare di andare oltre le questioni etiche e se possibile valutare l’impatto di politiche economiche vere o presunte. A questo proposito vari economisti, tra cui io stesso su queste colonne e Michele Boldrin su «Il Fatto», hanno provato a portare l’attenzione del dibattito sul fatto che l’evasione fiscale si colloca, nel nostro Paese, nel contesto di una elevatissima pressione fiscale, e che questo implica che una efficace lotta all’evasione debba essere associata ad una riduzione del carico fiscale per avere effetti positivi sull’economia del Paese. Luca Ricolfi lo ha ben spiegato l’altro ieri, con dovizia di argomentazioni, in un editoriale su queste colonne che ha generato un interessante dibattito.
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– Luca Ricolfi: La lotta all’evasione fiscale non è la soluzione