L’ultima corrida catalana
Le foto di ieri a Barcellona, dove i combattimenti coi tori sono stati aboliti per legge
Nel luglio del 2010 il parlamento della Catalogna, in Spagna, aveva approvato una legge per abolire la corrida, il tradizionale combattimento spagnolo tra uomini e tori. La legge entrerà in vigore il primo gennaio del 2012 e ieri, domenica 25 settembre, nella Plaza de Toros Monumental di Barcellona si è svolta l’ultima corrida catalana. Attorno alla questione esiste da tempo un dibattito molto acceso, tra chi ritiene la corrida un’inutile e crudele barbarie e chi un patrimonio dell’identità culturale della regione. Lo spettacolo di ieri ha esacerbato le posizioni tra favorevoli e contrari.
Gli spettatori erano circa 20.000, molti di loro erano vestiti in modo elegante, alcuni reggevano dei cartelli con scritto «ai veri catalani piace la corrida», accusando gli animalisti di scarso patriottismo e attaccamento alle tradizioni. Molti si lamentavano del divieto, parlando di “dittatura” e spiegando che nella corrida non c’è niente di male, trattandosi di una tradizione vecchia di 300 anni. Alcuni arrivavano dall’estero, tra cui il sindaco della città francese di Nimes che si aggirava con la fascia tricolore. Molti oppositori della corrida si sono radunati fuori dall’arena alcune ore prima dell’inizio dello spettacolo, reggendo cartelli e manifesti contro la violenza, gridando slogan e portando con sé bottiglie e bicchieri con cui brindare alla fine dello spettacolo.
Ci sono state cinque esibizioni con i tori più giovani (con meno di tre anni), una a cavallo, e undici corride con tori adulti. Sono scesi nell’arena i toreri Juan Mora, Serafín Marín e José Tomás, considerato da molti il migliore torero di tutti i tempi. Serafín Marín, che ha 28 anni ed è catalano, ha ucciso l’ultimo toro, che si chiamava Dudalegre e pesava 570 chili. Poi si è messo la mano sul cuore con gran solennità.
I sostenitori della corrida stanno raccogliendo le firme – devono essere almeno 500 mila – per presentare al Senato catalano una petizione per dichiarare la corrida un bene di interesse culturale. Al momento ne hanno raccolte poco meno di 300 mila. Gli animalisti intanto promettono di continuare la loro battaglia per estendere il divieto anche nel resto della Spagna.