Stavolta in Belgio fanno sul serio
Dopo l'accordo "storico" di nove giorni fa, ieri sono state annunciate altre misure per cambiare l'assetto del Paese e dargli finalmente un governo
La crisi politica in Belgio sembra sempre più vicina a una soluzione. Nove giorni fa gli otto partiti che stanno negoziando la formazione di un nuovo governo avevano annunciato di aver trovato un accordo definito «storico», con la mediazione di Elio di Rupo, il leader del Partito Socialista che ha vinto le elezioni nel 2010. Sabato gli stessi otto partiti hanno annunciato il raggiungimento di un altro accordo, che concede maggiore autonomia fiscale alle regioni del Paese, puntando verso un sistema federale. Le regioni potranno trattenere 10,7 miliardi di euro, circa un terzo delle imposte sul reddito, e applicare delle riduzioni alle aliquote fiscali nazionali. Si occuperanno anche, in parte, del welfare, della sanità e delle leggi sul mercato del lavoro.
L’autonomia fiscale raddoppia il potere di spesa delle regioni e soddisfa le richieste dei partiti fiamminghi, che rappresentano la zona più ricca e avanzata del paese. L’accordo soddisfa anche i partiti valloni – quelli delle zone francofone, più povere – grazie al tetto imposto alle tasse che resteranno in mano alle regioni, che impedisce un eccessivo scompenso tra le Fiandre e la Vallonia. Inoltre la capitale Bruxelles riceverà dei finanziamenti per coprire i primi dieci anni del passaggio al nuovo sistema: nel 2012 il fondo sarà di 134 milioni di euro, che arriveranno a 461 milioni di euro nel 2015. I negoziati riprenderanno lunedì: i partiti devono ancora accordarsi su alcuni poteri da devolvere o no alle regioni, nonché sulla composizione della coalizione e del programma di governo.
Il Belgio si trova senza governo da 15 mesi dopo che il risultato elettorale di metà giugno 2010 aveva portato a una interminabile fase di stallo istituzionale: nel nord hanno vinto gli autonomisti della Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaamse Alliantie, N-VA) di Bart De Wever, mentre il sud ha visto l’affermazione dei francofoni del Partito Socialista guidato da Elio Di Rupo. I risultati hanno sintetizzato la crisi politica che da anni colpisce il Belgio, diviso nettamente tra nord e sud dal punto di vista culturale, linguistico ed economico: le due comunità hanno giornali, televisioni e partiti diversi, e i fiamminghi ritengono che la parte francese, più povera, sia una palla al piede per il loro sviluppo economico.
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Nella foto: Gli otto negoziatori insieme al vice-primo ministro Laurette Onkelinx (la seconda a sinistra) e l’assistente di Elio di Rupo, Anne Poutrain (alla destra di di Rupo) (BENOIT DOPPAGNE/AFP/Getty Images)