Perry e Romney, altro round
Durante il dibattito repubblicano di ieri Perry ha accusato Romney di non avere un cuore, e le reazioni del pubblico hanno di nuovo fatto vergognare i candidati
I candidati alle primarie repubblicane si sono confrontati ieri in un nuovo dibattito, in Florida, stavolta organizzato da Google e FoxNews. È stato il terzo confronto tra i due favoriti, Mitt Romney e Rick Perry, e ancora una volta il dibattito è ruotato quasi completamente intorno ai loro scambi, con gli altri candidati a tentare di farsi notare e talvolta persino a far notare qualche frustrazione.
Nonostante vari scambi su temi come salute, immigrazione ed economia – i due ci hanno anche scherzato su, dicendo che è «come giocare a badminton» – non è comunque chiarissimo chi dei due abbia avuto la meglio, e di certo nessuno dei due ha assestato all’altro un colpo decisivo. Romney ha cercato di sorprendere Perry attaccandolo da destra, e non dal centro, per via della sua posizione sull’immigrazione: da governatore del Texas, infatti, perry ha dato agli immigrati clandestini e ai loro figli la possibilità di accedere alle agevolazioni pubbliche per le rette delle università e dei college. Perry ha difeso la misura, anche beccandosi qualche fischio dal pubblico, dicendo a Romney che «se tu pensi che non dovremmo istruire dei ragazzini che sono arrivati qui non per loro volontà e senza nessuna loro colpa, io non credo che tu abbia un cuore».
Perry ha accusato a più riprese Romney di essere una banderuola e avere posizioni politiche troppo deboli. Gli ha rinfacciato alcune cose contraddittorie dette nel corso della sua carriera politica, soprattutto riguardo la riforma sanitaria, e poi ha detto: «credo che spesso gli americani non capiscano con quale Mitt Romney hanno a che fare». La risposta di Romney è arrivata quando il moderatore ha chiesto a Perry quale suo sfidante prenderebbe come suo vicepresidente. Perry ha risposto che gli piacerebbe fondere insieme l’ex speaker Newt Gingrich e l’imprenditore Herman Cain, e Romney ha avuto gioco facile a commentare che «ora ho un’immagine che non riesco a togliermi dalla testa».
Gli unici altri candidati che hanno tentato di emergere nel duello tra Romney e Perry sono stati Huntsman e Bachmann. Il primo, ex governatore dello Utah ed ex ambasciatore in Cina, ha fatto notare che quattro anni fa di questi tempi i due favoriti tra i repubblicani eraeno Rudolph Giuliani e Fred Thompson, spiegando quindi a media ed elettori che farebbero bene a non concentrarsi solo su Romney e Perry. La seconda ha continuato ad attaccare Perry sulla storia dei vaccini obbligatori e, rispondendo alla domanda su quante tasse dovrebbero pagare gli americani per ogni dollaro guadagnato, ha avuto la faccia tosta di rispondere che gli americani dovrebbero tenersi l’intero dollaro guadagnato.
Ancora una volta il momento peggiore del dibattito è arrivato a causa del pubblico. Era già successo negli ultimi due confronti, durante i quali la platea aveva esultato apprendendo nel numero record di condannati a morte durante il governo di Perry in Texas e aveva chiesto di lasciare morire gli americani privi di assicurazione sanitaria. Il format del dibattito di ieri prevedeva che ai candidati venissero sottoposte delle domande da parte di semplici elettori, attraverso Youtube. Una di questa domanda è stata posta da un soldato americano in Iraq, che ha spiegato di essere gay e ha chiesto ai candidati repubblicani cosa pensano di fare col “Don’t ask don’t tell” appena abolito. Lo lasceranno fare il suo mestiere? Prima che i candidati potessero replicare, qualche fischio e qualche buuu è arrivato dalla platea degli elettori repubblicani. Santorum, il primo a rispondere, era visibilmente imbarazzato dalla reazione del pubblico: si è limitato a dar contro a Obama, senza scendere nel dettaglio del cosa fare con i gay nell’esercito.
foto: Phelan M. Ebenhack-Pool/Getty Images
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