L’autobiografia non autorizzata di Julian Assange
Uscirà in Gran Bretagna la prossima settimana: Assange aveva firmato un accordo milionario e poi si è tirato indietro (ma non vuole restituire i soldi)
Il prossimo giovedì gli editori di Julian Assange, gli scozzesi di Canongate, pubblicheranno la sua autobiografia senza il suo consenso, dopo che il fondatore di Wikileaks si è ritirato alcuni mesi fa dall’accordo milionario che aveva sottoscritto. Il libro sarà inviato alle librerie sotto la massima sorveglianza, perché gli editori temono che Assange e i suoi sodali possano tentare in qualche modo di sabotarne la distribuzione. Il titolo è “Wikileaks. Inside Julian Assange’s War on Secrecy”.
Julian Assange aveva firmato un contratto da 930mila sterline con Canongate lo scorso dicembre. I diritti per la pubblicazione del manoscritto furono di conseguenza venduti a oltre trentacinque paesi. All’epoca, era il dicembre del 2010, Assange disse che il libro sarebbe diventato uno dei pochi «documenti condivisi della nostra generazione». Dopo avere firmato la prima bozza a marzo, però, il fondatore di Wikileaks ha informato Canongate che non voleva più che il libro uscisse, temendo che potesse avvalorare le accuse di spionaggio mosse contro di lui dagli Stati Uniti e quindi complicare la sua già difficile posizione legale.
Il fondatore di Wikileaks si è formalmente ritirato dall’accordo il 7 giugno di quest’anno e da allora è in corso una battaglia con il suo editore sul contratto e sull’anticipo di 500mila dollari che Assange aveva ricevuto e che non vuole restituire. Il quotidiano britannico Independent inizierà a pubblicare il libro a puntate a partire dal prossimo martedì. Il ghostwriter di Assange, Andrew O’Hagan, nel frattempo ha chiesto esplicitamente che il suo nome venga rimosso dal libro. Assange non ha rilasciato direttamente nessuna dichiarazione.
«Nonostante abbia passato più di cinquanta ore a farsi intervistare per il libro, a raccontare la sua vita e il suo lavoro, Julian è diventato sempre più preoccupato dall’ipotesi di pubblicare la sua autobiografia», ha scritto la casa editrice in una nota diffusa alla stampa. «Dopo avere letto la prima bozza alla fine di marzo, disse “Tutte le autobiografie sono prostituzione”. Il 7 giugno ci ha chiesto di cancellare il contratto». Nella prefazione al libro, la casa editrice Canongate motiva così la sua scelta di andare contro il volere di Assange: «Non siamo d’accordo con il giudizio di Julian sul libro. Crediamo che spieghi sia l’uomo che il suo lavoro, sottolineando il suo impegno per la verità. Julian ha sempre sostenuto che il libro era ben scritto e noi siamo d’accordo. Questo ci ha incoraggiato a renderlo disponibile per i lettori. Il libro soddisfa le promesse della versione iniziale proposta e, come il suo autore, è appassionato e provocatorio».
In un passaggio del libro, Assange descrive anche uno dei primi incontri avuti con una delle due donne che lo hanno poi accusato di violenza sessuale e per cui è al momento ricercato in Svezia. Nel libro Assange la definisce «un po’ nevrotica», senza però fare il suo nome. Poi insiste sulla sua innocenza: «Non ho stuprato queste donne e non riesco a immaginare che cosa possa essere successo tra di noi per far loro pensare una cosa simile, tranne la malizia, un piano comune per incastrarmi. Sarò sicuramente uno sciovinista, ma non sono uno stupratore».