La Russia manterrà le sue vecchie centrali nucleari
L'agenzia governativa Rosatom ha detto che i vecchi (e pericolosi) reattori RBMK resteranno in servizio 45 anni, invece dei 30 previsti
Sergei Kirienko è l’amministratore delegato della Rosatom, l’azienda nazionale russa che si occupa degli impianti nucleari. In una intervista a margine di una riunione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Nucleare, ha detto che la Russia intende estendere il periodo di attività di alcuni dei suoi reattori più vecchi, che risalgono all’Unione Sovietica, da 30 a 45 anni. Con questa decisione rimarranno ancora attivi per molti anni undici reattori simili a quello che causò la catastrofe di Chernobyl nel 1986. Quello costruito più di recente verrà dismesso solo a partire dal 2035. Gli undici reattori fanno parte di tre centrali nucleari: quattro reattori nella centrale nucleare a pochi chilometri di distanza da San Pietroburgo, costruita tra il 1970 e il 1975; quattro nella centrale di Kursk, vicino all’Ucraina (costruita tra il ’72 e l’81) e tre a Smolensk, vicino alla Bielorussia (1975-1984).
La decisione della Rosatom è una conseguenza della generale revisione dei piani sull’uso dell’energia nucleare da parte di molti paesi in tutto il mondo, dopo il recente disastro della centrale giapponese di Fukushima. Mentre alcuni paesi, come Germania e Svizzera, hanno deciso di rinunciare all’energia nucleare programmando la chiusura delle centrali nei prossimi anni, con tutti i problemi che questa decisione comporta, altri paesi hanno deciso di arrestare la costruzione di nuovi e costosi impianti e di prolungare la vita di quelli tuttora in attività. Per quanto riguarda la Russia, molti esperti internazionali delle tecnologie per la produzione di energia nucleare hanno reagito al recente annuncio della Rosatom con grande perplessità, a causa delle mancanze dal punto di vista della sicurezza di una tecnologia superata come i reattori di tipo RBMK, utilizzata negli undici reattori in discussione.
I reattori RBMK
Il reattore di tipo RBMK (la sigla sta per il russo “reattore di grande potenza a canali”) fu uno dei quattro tipi di reattore sviluppati in Unione Sovietica. Il primo reattore RBMK sperimentale entrò in funzione nel 1954 e gli esperti ritengono che quel genere di reattori sia il più pericoloso a causa di fondamentali lacune nella sua progettazione. Rispetto ai modelli più moderni, la prima mancanza del tipo RBMK è quella di una struttura di contenimento in acciaio e cemento, che serva per assorbire il più possibile le radiazioni in caso di incidente (che fu decisiva nel caso di Fukushima).
Nei reattori più moderni, inoltre, il combustibile nucleare che alimenta la centrale è contenuto in un unico blocco all’interno di un recipiente in pressione. Nei reattori RBMK, invece, diverse barre di combustibile sono inserite in tubi a pressione separati e inseriti in una colonna di grafite. I tecnici devono quindi occuparsi della manutenzione e del controllo di un numero di tubi che può arrivare al migliaio in ciascun reattore.
Rosatom ha introdotto pochi cambiamenti nei suoi reattori più vecchi, soprattutto nel settore degli impianti antincendio e nell’elettronica che controlla la centrale. Kirienko ha detto che le modifiche sono state sufficienti a far rientrare le centrali negli standard di sicurezza russi e europei, fatto confermato da test di sicurezza effettuati negli ultimi mesi, dopo l’incidente di Fukushima. Oggi i reattori di tipo RBMK costruiti fuori dalla Russia, in Ucraina e Lituania, sono tutti dismessi.
La Rosatom
La Rosatom intende investire molto nello sviluppo delle centrali nucleari nel prossimo futuro. In molti paesi asiatici – come Cina, Vietnam, India o Azerbaijan – prevede di costruire decine di centrali, con preoccupanti risvolti sul piano della sicurezza. Kirienko ha detto, a margine del recente incontro dell’AIEA, che Rosatom ambisce a conquistare circa un quarto della quota di mercato globale.
Pochi giorni fa l’azienda tedesca Siemens ha detto che non è più interessata a formare una joint venture con Rosatom per la costruzione di nuovi reattori in giro per il mondo. Secondo i piani, Siemens avrebbe dovuto fornire elementi fondamentali per le nuove centrali, come i sistemi elettronici di controllo. Rosatom si trova quindi nella necessità di trovare un altro alleato per i nuovi mercati del nucleare. Quest’anno, Rosatom ha completato la costruzione del primo reattore nucleare dell’Iran, a Bushehr, la cui costruzione era stata molto controversa e criticata da molti paesi, Stati Uniti e Israele in testa, nel timore che l’Iran possa in futuro utilizzarla per produrre materiale nucleare per uso bellico.
foto: ANDREY SMIRNOV/AFP/Getty Images