Il boom economico coi droni
Un cable di Wikileaks racconta dei molti soldi arrivati nelle Seychelles da quando gli Stati Uniti hanno costruito lì le loro basi militari antiterrorismo
Negli ultimi giorni si è parlato molto della decisione degli Stati Uniti di estendere le proprie basi di droni anche nel Corno d’Africa e nella Penisola Araba per rendere ancora più aggressiva la propria strategia di lotta al terrorismo internazionale. I droni sono aerei senza pilota che vengono telecomandati dalle basi americane per colpire obiettivi terroristici.
Il dibattito sulla legittimità giuridica di questi strumenti dura da molto e ha a che fare anche con la possibilità che questi bombardamenti colpiscano non solo obiettivi di grande rilievo ma anche persone dall’identità sconosciuta, e che per questo non siano quindi riconducibili alla definizione giuridica di legittima difesa. Oggi invece il Washington Post parla di un altro aspetto della guerra dei droni, quello delle ricadute economiche che può avere sui paesi che ne ospitano le basi. L’esempio è quello delle Seychelles.
Secondo un rapporto diplomatico americano diffuso da Wikileaks e risalente al 2010, le basi di droni americane costruite nelle Seychelles hanno portato all’arcipelago un guadagno di 3,1 milioni di dollari soltanto nei primi tre mesi dalla loro apertura. Gli aerei sono infatti senza pilota, ma c’è comunque bisogno di personale militare per gestirli da terra. Nel caso delle Seychelles, si tratta al momento di 82 persone impiegate nella capitale Victoria. «Una somma significativa per una nazione piccola come quella delle Seychelles», si legge nel cable. «Gli abitanti si sono già resi conto dei vantaggi. I proprietari dei ristoranti e dei negozi locali dicono che gli Stati Uniti stanno portando un flusso costante di entrate». Gli alloggi a quanto pare rappresentano una delle voci più consistenti di questa economia dei droni, con un totale di circa 1.457.784 dollari per soli quattro mesi.