I parlamentari e il carcere
È un tema che dovrebbe interessargli, scrive Adriano Sofri
Adriano Sofri scrive oggi su Repubblica del dibattito alle Camere sui problemi delle carceri.
Oggi il Senato si è convocato, attraverso una raccolta di firme, per una sessione straordinaria riservata alle carceri. Poi toccherà anche alla Camera. Può essere una buona occasione, o una seccatura da sbrigare. I giochi del calendario fanno sì che la discussione si svolga alla vigilia del voto segreto alla Camera sull´autorizzazione all´arresto di Milanese.
Con tutto il rispetto, il Parlamento si divide etologicamente in tre gruppi. Uno è composto da quelli cui in sostanza non importa. Poi c´è il gruppo di quelli che temono di andare a finire in galera, e il gruppo di quelli che ce li vogliono mandare. (Alcuni appartengono contemporaneamente ad ambedue le categorie). In questa situazione, ci si aspetterebbe che pochi problemi stessero loro a cuore quanto lo stato delle galere. Ovviamente, in chi teme di finirci da un momento all´altro – compreso il capo del governo, che a questo alludeva quando parlava del “trappolone”– si immaginerebbe una premurosa attenzione, almeno superiore a quella che si mette nella scelta di un albergo in cui trascorrere la vacanza.
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