L’Iran ha liberato i due escursionisti statunitensi
Erano stati arrestati nel 2009 con l'accusa di spionaggio dopo che avevano sconfinato dal Kurdistan, hanno lasciato il carcere sotto cauzione
Aggiornamento delle 16.20
I due escursionisti statunitensi hanno lasciato il carcere di Evin, nell’area nord-occidentale di Tehran, insieme a un gruppo di diplomatici della Svizzera e dell’Oman e si sono diretti verso l’aeroporto, da dove partiranno per l’Oman. La Svizzera rappresenta gli interessi diplomatici degli Stati Uniti in Iran, perché l’America non ha rapporti diplomatici con il paese.
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Le autorità iraniane hanno dato da pochi minuti il via libera per il rilascio su cauzione dei due escursionisti statunitensi condannati a fine agosto perché ritenuti colpevoli di spionaggio. Shane Bauer e Josh Fattal possono uscire dal carcere mettendo fine a una vicenda giudiziaria che dura da due anni, quando erano stati arrestati per aver sconfinato nel paese mentre si trovavano in Kurdistan. Saranno condotti presso l’ambasciata svizzera di Tehran. La cauzione è di 500mila dollari ciascuno e avrà valore fino alla sentenza di appello.
Bauer e Fattal erano detenuti dal 2009 e il 20 agosto scorso erano stati condannati a otto anni di carcere per spionaggio: tre anni per l’ingresso illecito nei territori iraniani e cinque per collaborazionismo con i servizi segreti americani, diceva la sentenza. Erano stati arrestati insieme a una donna, Sarah Shourd, durante una loro escursione sulle montagne del Kurdistan iracheno. Hanno sempre sostenuto che lo sconfinamento fosse avvenuto per errore, ma diverse ipotesi si sono succedute sull’eventualità che l’arresto fosse avvenuto invece in Iraq, o che la loro guida li avesse ingannati. Shourd fu rilascia un anno fa e fece ritorno negli Stati Uniti dopo il pagamento di una cauzione di 500mila dollari.
Nei mesi scorsi il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad aveva proposto la liberazione degli escursionisti in cambio di alcuni prigionieri iraniani detenuti negli Stati Uniti, ma l’amministrazione Obama aveva rifiutato lo scambio continuando a chiedere la liberazione di quelli che considerava ostaggi a tutti gli effetti.
Lo scorso 13 settembre erano circolate voci su una possibile scarcerazione in tempi brevi di Bauer e Fattal dietro il pagamento di una cauzione, ma non erano poi seguite azioni concrete. Il giorno seguente fu annunciato che la scarcerazione doveva essere ancora approvata dai magistrati. A distanza di una settimana e dopo due anni di faticose trattative, i due sono ora liberi.