L’Antimafia indaga sulle primarie di Napoli
Sono stati sequestrati gli elenchi dei votanti alle contestate - e poi annullate - primarie dello scorso gennaio, per cercare tracce di infiltrazioni della camorra
A Napoli, prima della vittoria elettorale di Luigi De Magistris, il centrosinistra si era avvitato attorno a una vicenda molto confusa sulle elezioni primarie. Si era votato il 23 gennaio, le primarie erano state vinte dall’eurodeputato Andrea Cozzolino tra le denunce di brogli dei suoi avversari, soprattutto del suo compagno di partito Umberto Ranieri. Alla fine il PD aveva deciso di annullare le primarie e candidare Mario Morcone. Su quelle primarie però ci sono delle novità, raccontate oggi da Adolfo Pappalardo sul Mattino.
Sono finite sotto un ciclone tutto politico e passate (indenni) per due ricorsi urgenti in tribunale. Epperò ora, a nove mesi dal suo svolgimento e a tensioni solo parzialmente ormai superate, sulle primarie del centrosinistra c’è qualcuno altro che vuole vederci chiaro.
Sono i magistrati della Dda di Napoli che una decina di giorni fa hanno fatto acquisire dalla polizia giudiziaria, nella sede della federazione del Pd di Napoli, gli elenchi di chi votò il 23 gennaio per decidere chi doveva essere il candidato sindaco del centrosinistra. Si sfidavano, allora, l’europarlamentare pd Andrea Cozzolino, l’ex sottosegretario Umberto Ranieri, l’assessore comunale Nicola Oddati (tutti del partito Democratico) e Libero Mancuso, ex magistrato antimafia, sotto le insegne di Sinistra e Libertà.
Ma nonostante la grande affluenza alle urne (44.188 votanti) di quella piovosa domenica di gennaio si ricordano, soprattutto, le violente polemiche post voto. Vittoria di Cozzolino con 1200 voti di scarto ma mai formalmente riconosciuta né dal Pd né dal suo principale avversario Umberto Ranieri. Accuse pesantissime di brogli da parte di quest’ultimo, già a poche ore dalla chiusura delle urne, che faranno tremare il partito di Bersani sin nelle fondamenta. Poi l’accusa più infamante, prima sussurrata e poi detta ad alta voce: la camorra ha inquinato il voto. Quel voto del popolo di centrosinistra. Nel mirino, di chi contesta il risultato, finiscono i quartieri di Miano e Secondigliano. Due sezioni, in particolare: un caf e una sede del Pd. Due notti dopo il voto il comitato di garanzia, presieduto da Cananzi e insediato presso la sede del Pd di Napoli, sta per annullare quel voto in quelle due sezioni. Ma tutto si blocca per le violente contestazioni di alcuni iscritti al partito che irrompono nella segreteria di via Toledo. Accuse incrociate che si susseguiranno per giorni avvelenando la vita politica del centrosinistra.