La lettera di Bertolaso al Corriere
L'ex capo della Protezione Civile spiega i suoi rapporti con Tarantini e perché ha deciso di fare "il dirigente dello Stato" e non "il giornalista pre-indignato"
Oggi il Corriere della Sera pubblica una lettera di Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile, più volte citato in questi giorni nelle carte del processo Tarantini.
Gentile Direttore, tirato in ballo anche oggi da quasi tutti i giornali italiani, compreso il Suo, nelle tante pagine dedicate alle intercettazioni del signor Tarantini, e in tutti i titoli che in modo francamente schifoso e forzoso pare non possano essere stampati se non mi citano, tengo a precisare alcuni fatti, che rischiano di essere dati per scontati, o volutamente dimenticati, nel sabba mediatico con al centro il presidente del Consiglio.
Primo: ho già dichiarato da tempo di aver incontrato il sig. Tarantini, su richiesta del presidente che me lo ha passato al telefono. E venuto nel mio ufficio accompagnato dal sig. Intini. Mi hanno spiegato il loro interesse a lavorare con la Protezione civile sul versante delle nuove tecnologie. Ho spiegato loro che in quel campo era in corso una iniziativa assunta con Finmeccanica, gruppo individuato come partner tecnologico del Dipartimento, e che pertanto la loro candidatura avrebbe dovuto essere esaminata dallo stesso gruppo Finmeccanica. Questo è tutto. Non ho suggerito nulla, non ho fatto pressioni, non ho preso iniziative di alcun genere per compiacere i miei interlocutori. Se l’avessi fatto, sarebbe già emerso, visto che sia il sottoscritto sia le altre personalità coinvolte nella vicenda sono state controllate e monitorate in modo, sembrerebbe, assolutamente esaustivo.
Secondo: l’incontro con il sig. Tarantini è uno delle decine e decine di appuntamenti analoghi avuti nel corso del mio mandato alla Protezione civile, su richiesta di esponenti dell`intero sistema politico e istituzionale. È prassi normale, per tanti politici italiani sia della maggioranza che dell’opposizione, darsi da fare per provocare incontri con responsabili di strutture, enti e istituzioni pubbliche. Ho sempre considerato inutile oppormi a tale prassi, assolutamente inoffensiva anche se costosa in termini di tempo. In caso contrario, avrei fatto il giornalista pre-indignato per il Fatto o l’Unità, non il dirigente dello Stato.
(continua a leggere sulla rassegna stampa del ministero della Difesa)