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  • Domenica 18 settembre 2011

Il Sikkim e l’India

Lo stato colpito dal terremoto domenica pomeriggio era un regno buddista indipendente fino a trent'anni fa

di Matteo Miele, Royal University of Bhutan

Nepalese rescue volunteers and security personnel stand on the rubble of a British Embassy wall collapse after an earthquake in Kathmandu on September 18, 2011. Five people have been confirmed dead after strong tremors were felt in Nepal after an earthquake of 6.8-magnitude hit the mountainous northeast Indian state of Sikkim. AFP PHOTO/Prakash MATHEMA (Photo credit should read PRAKASH MATHEMA/AFP/Getty Images)

Nepalese rescue volunteers and security personnel stand on the rubble of a British Embassy wall collapse after an earthquake in Kathmandu on September 18, 2011. Five people have been confirmed dead after strong tremors were felt in Nepal after an earthquake of 6.8-magnitude hit the mountainous northeast Indian state of Sikkim. AFP PHOTO/Prakash MATHEMA (Photo credit should read PRAKASH MATHEMA/AFP/Getty Images)

Nel Nord-Est dell’India, sull’Himalaya, “incastrato” tra il Nepal (a ovest) ed il Bhutan (a est), c’è il Sikkim, che a nord confina invece con la Regione Autonoma Tibetana.
Nell’Ottocento i britannici controllavano il piccolo regno e lo proteggevano dalle frequenti incursioni dei vicini. Fu anche per difendere il Sikkim che scoppiò la Guerra Gurkha del 1814-1816, guerra che costò al Nepal una parte consistente del suo territorio.

Formalmente però i britannici avevano comunque lasciato al Sikkim una certa autonomia, dandogli così la possibilità di non essere inglobato all’interno dell’India nel 1947. Il paese sarebbe stato tuttavia un protettorato di Nuova Delhi (che aveva così preso il posto di Londra). Al vertice rimaneva un sovrano, il choegyel, della dinastia Namgyel (un cui ramo aveva regnato sul Ladakh, oggi nello stato del Jammu e Kashmir), che reggeva il Sikkim fin dal XVII secolo. In un paese però dove la maggioranza della popolazione era (ed è) nepalese e induista, non era facile continuare a mantenere in vita una monarchia buddhista tibetana. Anche perché l’importanza strategica del Sikkim era diventata ancor più evidente con il controllo cinese sul Tibet negli anni ’50 prima (il Tredicesimo Dalai Lama aveva dichiarato l’indipendenza del Tibet nel 1913, poco dopo la nascita della Repubblica cinese ed il crollo della dinastia mancese dei Qing tra il 1911 e il 1912, ma negli anni ’50, terminata ormai la guerra tra nazionalisti e comunisti, questi ultimi avevano occupato il Tetto del Mondo) e più tardi con la guerra sino-indiana del 1962, che aveva interessato, in misura minore rispetto ad altre aree, anche il Sikkim. Un anno dopo sarebbe morto il re Tashi Namgyal. Il figlio ed erede non sarebbe riuscito nell’impresa del padre di preservare l’indipendenza del paese. Nel 1975, con un referendum, il Sikkim diventava il ventiduesimo stato dell’India.

Dopo la proclamazione della Repubblica in Nepal pochi anni fa, l’ultimo regno himalayano rimasto oggi è il Bhutan.

(PRAKASH MATHEMA/AFP/Getty Images)