Può cadere il governo?
Lo chiedono tutte le opposizioni dopo la pubblicazione delle nuove intercettazioni su Berlusconi, con inedite disponibilità a collaborare tra loro: ma tutti sanno che per quanto insistano, dipende solo dalla Lega
I tre maggiori leader del centrosinistra si erano trovati assieme ieri (glielo chiedevano in molti da tempo) ed era stato un primo segno: oggi Bersani, Vendola e Di Pietro sembrano essere su rinnovate sintonie – chissà quanto durature – rispetto all’esigenza di sostituire l’attuale maggioranza dopo il nuovo colpo ricevuto dalla credibilità pubblica del presidente del Consiglio con la pubblicazione delle intercettazioni di questi due giorni e l’intensificarsi delle accuse contro di lui.
Così oggi Di Pietro ricorda che «noi dell’Idv ieri sera con Sel e Pd abbiamo posto le basi per una coalizione politica e di programma», mentre diversi esponenti dei tre partiti chiedono di nuovo a Berlusconi di lasciare, con rinnovata severità, per quel che può valere. Ma le insistenze in questo senso oggi sono particolarmente nutrite: vi si aggiungono anche Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini. Dice il primo:
«Berlusconi da tempo ha perso ogni voglia di governare gli italiani, è impegnato in altre cose. Per cui, oggi faccia un passo indietro consentendo all’Italia di essere governata da qualcuno che ci crede a governare e cambiare le cose»
E mentre Di Pietro invita la Lega ad abbandonare la barca che scricchiola ma non affonda – consapevole che solo questo possa farla affondare davvero – Fini invece è più aggressivo con tutta la maggioranza:
«L’Italia esce dalla crisi tutta intera e non ha bisogno di carnevalate padane, ma di un governo che governi e di un premier che non dica scherzosamente che lo fa a mezzo servizio perché ha la mente impegnata altrove»
Fini auspica comunque che «anche nell’ambito della maggioranza finiscano per prevalere il buonsenso e la decisione di dare vita a un altro governo». Niente che nessuno dei molti leader dell’opposizione non abbia già detto in passato: oggi lo dicono tutti assieme, e l’unico fatto nuovo è – in mancanza di alternative più convincenti di quelli sottoposte agli elettori finora – un abbozzo di collaborazione a sinistra, come sottolinea Vendola:
«Il semplice fatto di metterli insieme e di provare a ragionare concretamente sull’acutezza della crisi italiana e sulla necessità di capovolgere l’attuale agenda di governo, mettendo al centro la giustizia sociale, i diritti del mondo del lavoro, la lotta contro la precarietà: questo fatto rappresenta già il cantiere dell’alternativa»