I minatori intrappolati in Galles
Due minatori sono bloccati da ieri in una miniera di carbone a circa 90 metri di profondità, altri tre sono morti: le operazioni di soccorso continuano
Aggiornamento, 19:05 – Il soccorritori hanno detto pochi minuti fa in conferenza stampa che anche l’ultimo minatore rimasto intrappolato nella miniera è sicuramente morto. Il capo della polizia del Galles meridionale, Peter Vaughan, ha detto che verrà avviata un’indagine per individuare le cause dell’incidente.
Aggiornamento, 18:50 – La polizia ha annunciato circa due ore fa il ritrovo, da parte delle squadre di soccorso, del corpo di un terzo minatore. All’interno della miniera rimane quindi solo una persona che i soccorritori sperano di raggiungere e trovare ancora in vita.
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Due minatori sono morti e altri due rimangono intrappolati sottoterra da ieri mattina nella miniera di carbone di Gleision, nel Galles meridionale. Sul posto sono al lavoro le squadre di soccorso, per un totale di circa 50 uomini.
La miniera di Gleision
La miniera di Gleision si trova a poca distanza da Cilybebyll, un paese di circa 5.000 abitanti nel Galles meridionale, 15 chilometri a nordest di Swansea. È una miniera sotterranea di carbone che scava all’interno delle ripide colline vicino alla riva sinistra del fiume Tawe e vi viene utilizzata una tecnica di scavo piuttosto antiquata e relativamente economica, il cosiddetto drift mining, in cui i lunghi tunnel di accesso vengono scavati orizzontalmente nella roccia piuttosto che direttamente in senso verticale. Questo tipo di miniere era conosciuto in passato per essere molto pericoloso, data la lunghezza dei tunnel, e anche oggi rimane rischioso e sempre meno diffuso.
Quella di Gleision è una miniera molto antica. Nel 1909 era avvenuto un incidente molto simile a quello di oggi: un’inondazione da una cava dismessa aveva invaso gli ambienti della miniera uccidendo 5 persone. La proprietà della miniera è attualmente privata, con circa una decina di dipendenti.
La dinamica
La zona dell’incidente si trova in fondo a una ripida rampa di accesso lunga 250 metri, che fa una curva di 90 gradi e porta a un tunnel orizzontale, intorno a cui si aprono altri ambienti, lungo circa 150 metri.
Ieri mattina, sette minatori stavano usando esplosivi per rimuovere roccia da un lato del tunnel orizzontale, che si trova a circa novanta metri di profondità. Al momento dell’esplosione, tre persone si sono riparate dietro la curva a gomito che porta alla rampa di accesso, mentre altre quattro hanno scelto una zona più verso l’interno della miniera. L’esplosione, però, ha fatto crollare parte del soffitto che separava la zona in attività dai vecchi ambienti in disuso e allagati della miniera, causando un’inondazione.
Due dei minatori che si trovavano più vicini alla rampa di uscita sono riusciti a riemergere in superficie intorno alle 9.20 ora locale, mentre uno di loro è morto, non si sa ancora come. I minatori hanno chiamato subito i soccorsi. Circa un’ora dopo un minatore del secondo gruppo è riuscito a uscire, usando una rete di vecchi cunicoli, mentre l’acqua veniva pompata quasi interamente fuori dalla miniera. Le squadre di soccorso sono intervenute nella zona dell’esplosione sotterranea nel corso della notte, ma si sono dovuti fermare prima di raggiungere eventuali superstiti a causa dei detriti.
Nel corso della giornata di oggi, dopo la ripresa delle operazioni di soccorso, la polizia ha detto che all’interno della miniera sono stati ritrovati i cadaveri di due minatori. Due persone restano intrappolate a decine di metri sotto terra, nel sistema di gallerie che si trova al termine della ripida discesa di accesso.
La crisi delle miniere nel Regno Unito
Gleision è una delle pochissime miniere di piccole dimensioni che rimangono in attività nel Galles meridionale. Come spiega il Guardian, il settore minerario è andato incontro a una grandissima crisi negli ultimi trent’anni, portando alla chiusura di quasi tutti gli impianti e colpendo duramente l’economia di alcune zone del Regno Unito, come l’area del Galles dove si trova Gleision.
La crisi divenne drammatica all’inizio degli anni Ottanta. Nel marzo 1984 iniziò un anno di agitazioni e scioperi da parte dei minatori contro i licenziamenti, che iniziò dalla miniera di carbone di Cortonwood nello Yorkshire e arrivò a coinvolgere circa 200.000 lavoratori, spesso sostenuti dalle loro famiglie e dalle loro comunità. Il sindacato dei minatori, la National Union of Mineworkers (NUM), si scontrò duramente con il governo conservatore di Margaret Thatcher, e durante le manifestazioni successero scontri con la polizia o con i lavoratori che decidevano di tornare al lavoro. Negli scontri morirono sei persone e vennero arrestati 11.300 minatori, tra cui anche il presidente del sindacato Arthur Scargill.
Dopo la fine dello sciopero, però, iniziarono i licenziamenti e le chiusure degli impianti, che hanno cancellato quasi completamente il settore minerario britannico. Oggi la NUM conta appena 1.700 iscritti.