L’assoluzione in appello di de Villepin
Era accusato di avere sfruttato un falso elenco di titolari di conti bancari per screditare Nicolas Sarkozy nello scandalo Clearstream
La corte di appello di Parigi ha assolto Dominique de Villepin dalle accuse di «complicità in calunnia» nell’ambito del caso Clearstream, lo scandalo che a partire dal 2004 coinvolse alcuni importanti esponenti del governo francese. De Villepin era già stato assolto in primo grado dall’accusa di avere sfruttato un falso elenco di titolari di conti bancari per screditare il suo rivale politico del momento, l’attuale presidente francese Nicolas Sarkozy.
Lo scandalo Clearstream emerse sette anni fa, quando il giudice che indagava sui conti della omonima società lussemburghese si imbatté in una lista di nomi tra i quali comparivano quelli di alcuni importanti uomini politici e d’affari francesi. Tutto era iniziato alcuni anni prima con la vendita di una serie di fregate all’esercito taiwanese da parte di un’industria militare legata allo Stato francese. Poco prima di essere vendute, i prezzi delle fregate gonfiarono a dismisura e i soldi della transazione finirono nei conti di Clearstream, che poi li fece arrivare nei conti privati di alcune personalità francesi. La lista che arrivò nelle mani del giudice, come poi accertarono le indagini, era stata manipolata ad hoc per eliminare dalla scena pubblica alcuni personaggi in quel momento considerati scomodi. Tra questi, Nicolas Sarkozy, allora ministro dell’economia e già acerrimo rivale di de Villepin.
De Villepin, all’epoca dei fatti ministro degli Esteri, era accusato di non avere fatto niente per impedire lo scandalo Clearstream, lasciando che si sviluppasse pur essendo a conoscenza della falsità degli elenchi bancari trasmessi alla giustizia. Gli elenchi erano stati falsificati da un ex consulente dei servizi segreti e trasmessi al giudice anticorruzione Renaud Van Ruymbeke dall’ex presidente del gruppo industriale europeo attivo anche nell’industria militare Eads, Jean-louis Gergorin, un uomo molto vicino a de Villepin, condannato a sei mesi di carcere e a una multa di 40mila euro. Sarkozy, parte civile durante il primo processo, aveva annunciato già dopo la prima sentenza di assoluzione che non avrebbe fatto ricorso in appello. «Il tribunale ha ritenuto che il ruolo di Dominique de Villepin nella macchinazione non può essere provato. Ne prendo atto, osservando al tempo stesso la severità di alcune considerazioni che lo riguardano» aveva detto.
La sentenza di oggi ha confermato che non ci sono prove certe a carico di de Villepin e indirettamente rilanciato le sue quotazioni come sfidante di Sarkozy alle prossime elezioni presidenziali del 2012. «Saluto l’indipendenza della nostra giustizia. Esco rafforzato da questa vicenda e determinato più che mai a servire i francesi», ha detto subito dopo la sentenza. Nel giugno del 2010 de Villepin aveva presentato il suo nuovo partito, République solidaire, compiendo un atteso salto di qualità nella sua guerra interna al centro destra contro l’attuale presidente francese.