L’albergo di Gheddafi ad Antrodoco
Il Wall Street Journal racconta la storia di un paesino nel Lazio, che puntava molto sugli investimenti del leader libico per superare la crisi
Antrodoco è un comune di circa 2.800 abitanti, si trova nella provincia di Rieti e per anni il suo sindaco di centrodestra, Maurizio Faina, ha sperato di fare qualche buon affare per la città con Muammar Gheddafi. Il leader libico aveva visitato la zona nel 2009 durante un summit economico, rimanendo molto colpito dalla bellezza del paesaggio a tal punto da voler collaborare alla costruzione di un albergo e di un centro benessere nell’area. Il progetto difficilmente sarà realizzato considerati gli ultimi sviluppi in Libia e la caduta del regime. La storia di Antrodoco è comunque uno spunto interessante per farsi un’idea degli stretti rapporti commerciali che il nostro paese aveva con Gheddafi, come raccontano sul Wall Street Journal offrendo un punto di vista “terzo” sulla vicenda.
L’interesse di Antrodoco per la generosità di Gheddafi è un piccolo, ma significativo, esempio degli ampi rapporti economici tra l’Italia e la sua ex colonia: una rete che generava circa 17 miliardi di dollari di rapporti commerciali annuali prima che iniziasse la guerra. Fino a poco tempo fa, politici e uomini di affari italiani maneggiavano per ottenere il sostegno di Gheddafi, che nel tempo aveva risposto con investimenti in diverse società comprese UniCredit, la Juventus e Finmeccanica. Gli affari di Gheddafi comprendono anche una partecipazione nell’operatore Retelit e in una società di produzione di film con base a Parigi e posseduta in parte anche dal primo ministro Silvio Berlusconi.
L’Italia non era comunque l’unico paese ad avere stretti rapporti commerciali con il leader libico. Regno Unito, Francia e altri paesi occidentali in queste settimane stanno cercando di intessere buoni rapporti con il governo provvisorio di Tripoli, mettendo così al sicuro i loro contratti con il paese specialmente sul fronte strategico del petrolio.
Anche in una realtà piccola come Antrodoco, scrive il Wall Street Journal, amministratori locali e imprenditori hanno cercato di mantenere buoni rapporti con Gheddafi prima che iniziassero le rivolte e la guerra. La cittadina aveva un tempo una fiorente economia grazie alla presenza di un grande pastificio, che dava lavoro a molte persone della zona. Lo stabilimento fu però chiuso nei primi anni Settanta, lasciando la zona economicamente depressa per decenni.
Nell’aprile del 2009, Gheddafi passò dalle parti di Antrodoco mentre si accingeva a partecipare a un summit economico. Fece una deviazione di percorso per visitare la zona e ne rimase molto colpito. Di ritorno dal summit si fermò nel paese, si fece fotografare e incontrò diversi cittadini, dicendogli che non li avrebbe mai dimenticati, racconta oggi al Journal il sindaco Faina.
Alcuni mesi dopo, una delegazione di funzionari della Libia arrivò ad Antrodoco, dicendo di essere interessata a trovare un accordo per fare qualche investimento nella zona. Il sindaco li portò a fare una visita dei posti caratteristici, soffermandosi a lungo nell’area dismessa del vecchio pastificio. Alla fine trovarono un accordo preliminare per trasformare la vecchia fabbrica facendola diventare un albero di lusso con centro benessere. L’operazione avrebbe comportato un investimento di 16 milioni di euro, soldi che sarebbero anche serviti per costruire un impianto di imbottigliamento dell’acqua di una sorgente lì vicino, che veniva usata un tempo da quelli del pastificio per gli impasti.
Antrodoco era in fermento. Il giornale locale iniziò a tenere d’occhio i discorsi di Gheddafi sulla televisione libica in cerca di novità sugli investimenti e sull’avanzare dei progetti. […] Gheddafi fece poi arrivare una delegazione di una dozzina di funzionari di Antrodoco e di imprenditori in Libia. Furono scortati all’interno del complesso in cui viveva Gheddafi per un tè con il dittatore, ricevendo nuove garanzie da «un uomo che mantiene la parola data» ricorda Faina.
I rapporti stretti con Gheddafi consentirono al sindaco di ottenere una certa visibilità anche sul piano politico nazionale. Quando il colonnello venne in visita in Italia nell’estate del 2010, Faina partecipò alla cena di gala in onore del leader libico organizzata da Berlusconi.
Ancora a gennaio di quest’anno, diversi funzionari libici fecero una nuova visita ad Antrodoco per discutere dei progetti. In quell’occasione fu approvato un progetto preliminare per la costruzione e decisero di organizzare un nuovo incontro a metà aprile per definire gli ultimi dettagli. Quell’incontro non ebbe mai luogo: era scoppiata la rivolta e dopo iniziarono a esplodere le bombe della NATO. Una condizione che Faina definisce «condannabile», considerati gli interessi che aveva il suo comune: «L’intero affare era praticamente concluso. Poi la guerra ha spazzato via tutto».