Stasera tutti contro Rick Perry
Il terzo dibattito tv tra i candidati repubblicani alla nomination ha un nuovo ospite, ingombrante
La Ronald Reagan Library si trova in California, poco a nord di Los Angeles, ed è la sede del dibattito di mercoledì sera tra i candidati repubblicani alla nomination per le elezioni presidenziali del 2102, il terzo: e il primo a ospitare anche Rick Perry, governatore del Texas da poco entrato nella competizione e già dato come favorito assieme all’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney (e al momento staccata, Michelle Bachmann).
Il tema della serata sarà quindi il modo in cui gli altri candidati si confronteranno con l’entrata in scena di Perry e il suo capitale di popolarità e visibilità, esaltati soprattutto nel raduno di un mese fa di Houston. E soprattutto come ci si confronterà Romney, di cui recentemente il columnist del New York Times David Brooks ha scritto che deve assolutamente tenere la campagna su temi di concretezza e non scendere sul terreno retorico e populista che ha reso protagonisti i tea Party in questi anni: altrimenti, dice Brooks, si può cominciare a pensare seriamente alla possibilità di Rick Perry presidente.
Ma come dice la ormai abusata formula – “it’s the econonomy, stupid” – è comunque sul terreno della crisi economica e dei posti di lavoro che si giocherà la partita maggiore, già stasera. Romney e Perry si sono già punzecchiati sulle reciproche competenze e risultati. Altra attesa è per cosa farà Michele Bachmann, candidata preferita dai Tea Party che ha vinto il recente straw poll dello Iowa, ma ha perso un po’ di visibilità nelle ultime settimane e sente molto la competizione di Perry.
Rispetto al dibattito precedente, si è ritirato Tim Pawlenty, dopo i deludenti numeri ottenuti nel sondaggio dello Iowa. E i deludenti numeri di un altro sondaggio – che gli hanno dato il peggior gradimento pubblico da quando è in carica – saranno probabilmente citati stasera a proposito del vero uomo da battere, l’attuale presidente Barack Obama, reduce dall’umiliazione del rifiuto di essere ascoltato dal Congresso stasera, proprio per via del concomitante dibattito repubblicano.