Che cosa succede oggi alla manovra
Il Senato vota la fiducia: con IVA al 21 per cento, contributo sopra i 300mila euro e adeguamento delle pensioni
Ieri il Consiglio dei ministri ha comunicato di aver modificato per l’ennesima volta alcuni dei provvedimenti previsti dalla manovra finanziaria, che continua a subire ritocchi e cambiamenti sostanziali da quando era stata annunciata a metà agosto. I nuovi emendamenti saranno discussi oggi in Senato, dove il governo porrà il voto di fiducia per sveltire il passaggio del testo di legge e farlo arrivare alla Camera. Dopo giorni di esitazioni, il governo dice ora di voler fare in fretta e di essere quindi giustificato nell’utilizzare la fiducia, uno «strumento regolamentare necessitato per conseguire una celere conversione del decreto-legge, come impone la gravità del contesto internazionale di crisi finanziaria».
Il voto di fiducia renderà più difficili le cose all’opposizione, che avrà meno tempo e poche occasioni per far approvare i propri emendamenti. L’esame della manovra era iniziato ieri in Senato dopo l’analisi della Commissione Bilancio e avrebbe probabilmente richiesto tutta la settimana per il voto finale. Salvo ulteriori cambiamenti di programma, i senatori voteranno la fiducia entro oggi nella seduta che si apre alle 9.30.
Le principali novità introdotte dal Consiglio dei ministri riguardano la rimodulazione dell’IVA, sulla quale inizialmente era stato promesso non ci sarebbero state modifiche, e sul contributo da parte di chi ha redditi superiori a trecentomila euro.
IVA
L’Imposta sul Valore Aggiunto passerà dal 20 per cento al 21 per cento e porterà quindi a costi più alti per i consumatori. Secondo le stime del Sole 24 Ore, l’aumento di un punto dell’aliquota potrebbe valere circa 4,9 miliardi di euro. Le altre aliquote, quelle del 10 e 4 per cento restano invariate.
Contributo del 3 per cento
Per i redditi sopra i 300mila euro il Governo ha deciso di applicare un contributo di solidarietà pari al 3 per cento, che rimarrà in vigore fino a quando non sarà stato raggiunto il pareggio di bilancio. Prima si pensava di applicare il contributo ai redditi sopra i 500mila euro, ma il provvedimento avrebbe interessato solo 11.500 contribuenti. I redditi sopra i 300mila, segnala il Governo, sono invece almeno 34mila.
Pareggio di bilancio
Il chiodo fisso di inserire nell’articolo 81 della Costituzione il vincolo del pareggio di bilancio rimane. Se ne occuperà nuovamente il Consiglio dei ministri nella riunione di domani.
Pensioni
L’adeguamento delle pensioni delle donne viene anticipato al 2014 rispetto al 2016 nel settore privato. Per il pubblico rimane in vigore la norma già fissata in passato che prevede il pensionamento a 65 anni per le donne a partire dall’anno prossimo.
Province
Il Consiglio dei ministri ha poi anticipato che domani approverà un Disegno di legge costituzionale che non interesserà solo il pareggio di bilancio, ma anche la modifica dell’impianto istituzionale per le province. Non si parla espressamente della loro abolizione, ma di un passaggio di competenze alle regioni. A metà agosto era stata annunciata la soppressione delle province con meno di 300mila abitanti, proposta rivista e depotenziata nelle settimane successive fino alla sua sostanziale scomparsa. Per dare la competenza alle regioni servirà la modifica dell’articolo 114 della Costituzione e ci andranno due distinte delibere da parte di Camera e Senato. Tempi lunghi e nuovi possibili cambi d’idea.