Tra noi e la Spagna
Loro stanno messi peggio ma si sono mossi meglio, spiega l'editoriale del Corriere della Sera
L’editoriale in prima pagina del Corriere della Sera è di Dario Di Vico, e critica la goffa manovra economica del governo spiegando che la Spagna, con problemi maggiori, si è comportata più responsabilmente.
Nessuno a questo punto può offendersi se cominciamo a chiamarlo governo Penelope. Come la sposa di Ulisse anche l’esecutivo di centrodestra presieduto da Silvio Berlusconi ha cucito, disfatto e ricucito la tela della manovra. Siamo arrivati al quarto restyling e a questo punto c’è solo da pregare che ci risparmino il quinto. E che approvino velocemente il provvedimento per tamponare la crisi di credibilità in cui siamo caduti. Già le nostre banche stanno pagando a caro prezzo l’allargamento dello spread e anche un solo punto in più di tasso di interesse del debito ci costa a regime l’1,2 del Pil.
È evidente, poi, che operando con continui rammendi le coerenze alla fine risultano impossibili e il governo messo di fronte al riproporsi dell’emergenza, e incalzato dal Quirinale, ha finito per fare la scelta più scontata: aumentare le tasse dirette e indirette. Il tutto condito da un incredibile balletto delle cifre che è continuato anche nel weekend di Cernobbio. Così ieri, nell’ennesima convulsa giornata in cui l’onore nazionale è rimasto appeso all’altalena del differenziale Btp-Bund, abbiamo dovuto subire persino lo sberleffo del portavoce del governo spagnolo, il signor José Blanco, che ha ironizzato sullo stop and go del nostro piano di aggiustamento e ci ha accomunati alla Grecia come affossatori dei mercati finanziari.
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